Il nome è brutto, anche tradotto in italiano. Violento, come la pratica di cui mi parlò una ragazza incontrata nel Mali, e come un libro, che a breve uscirà per Garzanti Editore.
Si chiama Figlie del dolore, costa 9 Euro. L’autrice, Waris Dirie è nata in Somalia. Dopo aver subito bambina l’infibulazione, si è ribellata. È fuggita, si è trasferita a Londra ed è diventata una celebre modella.
Oggi ha due figli ed è portavoce ufficiale di Face to Face, la campagna internazionale dell’Onu contro le mutilazioni genitali femminili . Nel libro, insieme alla giornalista Corinna Millborn, parte in un’inchiesta sulla cosiddetta mgf in diversi paesi europei.
Waris e Corinna danno voce alle donne e alla loro testimonianza, e rendono conto anche del dibattito sulla legge per la prevenzione e il divieto della mgf, approvata in Italia nel dicembre 2005.
Il libro è la denuncia di una tortura che colpisce milioni di donne, ragazze e bambine. Anche intorno a noi.
L’appello è ovviamente che questa barbarie finisca al più presto. Ma come?