Didattica a Distanza: che cos’è, dalla voce dei bimbi

Tecnicamente è un talking heads. Null’altro che tanti bambini e ragazzi dai 5 ai 17 anni davanti a una telecamera, a parlare delle lezioni. Magari anche con un’accento molto romano, magari anche con delle ingenuità registiche, ma con una pregio: aver fotografato una situazione che in molti raccontano, ma che nessuno aveva ancora sentito dai piccoli. Com’è stata la Didattica a Distanza? Come hanno vissuto il tremendo periodo di scuola obbligatoriamente davanti al computer? DAD, video inchiesta di Paolo Veloná con la direzione artistica di Lorena Ercolani dell’Urban Arts Project e la fotografia di Carlo Romano, prodotto dal network Cattive Ragazze risponde a queste domande.
E le risposte, non sono scontate.

Per esempio, ecco le parole dei bambini associate a SCUOLA: divertimento, amicizia, responsabilità, studio, normalità, stanchezza, nozioni, giochi, affollata, bella, colorata, noiosa, educazione, contatto, gruppo, impegno, classe, studio, confronto, curiosità, maestre, compiti.

Ed ecco quelle a DIDATTICA A DISTANZA: ansia, difficile, noiosa, inutile, distanza, triste, brutta, piccolo, mal di testa, non giocosa, non emozionante, senza sentimenti, separazione, superficiale, problemi, stress, mascherine, stanchezza, perdita, affaticante, emicrania, solitudine.

Venti minuti ben spesi. Dedicato a chi pensa che per le scuole elementari la DAD sia stata una soluzione, e non un’aggressione.