Miss fintAmerica

Una doverosa rassegna stampa prima di riportare il post del giorno…. e cioè il boom di baby chrurgia estetica in Cina riportato dal corrispondente Gianpaolo Visetti, e poi su Corriere, addio alle donne cannone cantanti all'opera.

Ebbene, oggi parliamo di Miss America perché ho scoperto che, soltanto nel 1989, e cioè VENT'ANNI FA, quarttro concorrenti al titolo mondiale della bellezza a stelle e strisce su dieci, e cioè Miss Florida, Miss Alaska, Miss Oregon e Miss Arkansas si erano sottoposte a interventi di chirurgia plastica, prima di partecipare al concorso.

Erano, dunque, già vent'anni fa, modelli "finti" quelli ai quali guardavamo, Oltreoceano. Non so se nella penisola italiana accada lo stesso, a vent'anni di distanza, e cioè con il nostro bel ritardo, ma è chiaro che col fatto che bisogna esser belle (magre con le tette) a tutti i costi, stiamo male.

Il consumo di medicine psicotrope sta crescendo, sempre più: prime consumatrici di silicone, e prime vittime di isteria e malattie psicologiche legate all'incertezza del sé.

Sedativi, tranquillanti, antidepressivi, anoressizzanti, per non parlare della cocaina o di sigarette, consumate anche per sedare la fame. Perché bisogna esser magre, ma con le curve grandi. Per rimanere tra i confini degli Stati Uniti, se nel 1980 erano 160 milioni le ricette per tranquillanti, e 60 milioni solo per il Valium, oggi i numeri sono cresciuti del doppio. E le donne che usano tanti farmaci per tenersi a bada, in tutti i sensi, sono il doppio degli uomini.

Essere fintamente belle, magre ma con il silicone incorporato, avere fame ma non farlo avvertire, essere sempre gentili e brillanti, disponibili, assertive, e puntare sempre al consenso del maschio (che poi decide quale pigliarsi, e quale no). I seni artificiali riescono bene in fotografia, e dai chirurghi maschi ci si aspetta che facciano del nostro corpo la realizzazione di una fantasia maschile (vedi alla voce del film "La donna perfetta").

In un'intervista mi è stato detto, in quanto asserzione, che la chirurgia plastica aumenta la libido. Nulla è più sbagliato, e quindi ho confutato la domanda stessa, per come mi era stata posta.

Ma forse mi era stata posta così perché chi mi intervistava era un uomo? O una rivista con inserzionisti plastici? Oppure, ancora, perché quel giornalista, succube di una campagna mediatica incredibilmente efficace e potente, non sa proprio che la mastoplastica additiva, ovvero il seno di plastica, porta alla perdita di sensibilità del capezzolo, come scrisse il New York Times tempo fa, e confermò la Poutney Clinic?

La prima voce del giuramento di Ippocrate cita: "Non nuocere". Ebbene, cari chirurghi estetici che in media, in America, denunciate 2 milioni di dollari annui di guadagni, siamo proprio sicure che la perdita di sensibilità erotica, quando va bene, equivalga a "non nuocere", a noi donne?