8 giorni, 5 quotidiani, 487 firme in prima pagina, 78 donne

Stasera ho ripreso in mano tutti i miei conteggi settimanali. Il compitino era, come spiegato in un precedente articolo, contare le firme in prima pagina su 5 quotidiani presi in esame. Il Manifesto, La Repubblica, Il Corriere della Sera, Il Giornale, Il Sole 24 Ore.

La giornata di domenica non è molto indicativa. Aveva ragione Corinna De Cesare, firma femminile sul Corriere della Sera la scorsa domenica 10 febbraio, che commentava sul mio articolo precedente con una speranza, in positivo.

La domenica ci sono meno persone, in redazione. Probabilmente anche molte meno donne. Anche oggi ho contato solo 7 donne in prima pagina, su un totale di 65 firme. Negli altri giorni della settimana è un pò meglio. E tuttavia, non così TANTO meglio.

Lunedì 11 febbraio. Ho comprato L’Unità al posto de Il Manifesto, perché il lunedì non esce. Spero non me ne vorrete. 58 firme, 14 donne.

Martedì 12 febbraio. 56 firme, 8 donne.

Mercoledì 13 febbraio. 52 firme, 12 donne.

Giovedì 14 febbraio (San Valentino). 59 firme, 9 donne.

Venerdì 15 febbraio. 87 firme, 10 donne.

Sabato 16 febbraio. 57 firme, 13 donne.

Oggi, domenica 17 febbraio. 65 firme, 7 donne.

In 8 giorni, il conteggio è il seguente: 487 firme in totale sui 5 quotidiani presi in analisi. 78 donne firmano in prima pagina. Il 16% del totale. La percentuale è stata ottenuta calcolando anche le donne di cui non è specificato il nome di battesimo in prima pagina – la maggioranza – e di cui sono andata a trovare i nomi, per gli articoli ripresi in prima, all’interno dei giornali.

Lascio ad analisi successive (seguirò per un mese i quotidiani) su quali giornali sono valorizzate meglio le donne, e in quali ambiti. Mi preme però sottolineare, in questa sede come non abbia letto in una settimana alcun editoriale femminile, né tantomeno articolo di commento politico/economico.

Soltanto Il Manifesto ha pubblicato opinioni al femminile nella classica colonna che "spetta" ai professori, agli intellettuali, alle persone che pensano. Martedì commento di Giuliana Sgrena "Bush agita lo spettro del terrorismo" , mercoledì editoriale di Micaela Bongi  "Sfondamento al centro", venerdì editoriale di Ida DominiJanni "L’aborto è di Stato".

Su La Repubblica, mercoledì 13 febbraio un "Il Caso" di Miriam Mafai, posizionato non nella colonna degli editoriali: "Gli invincibili del terrorismo senza la grazia del pentimento", a cui rispondeva venerdì 15 su Il Sole 24 Ore Benedetta Tobagi (ho scansito e pubblicato su internet l’articolo proprio ieri).

Oggi su Il Corriere della Sera un’altra donna scrive un’opinione. Maria Laura Rodotà. Però non è la colonna degli editoriali, anche se è in alto nella pagina, e assomiglia più ad uno di quegli articoli di colore politico.

In ogni caso, sul Corriere, questa settimana è stata l’unica a raccontare "un punto di vista".

Titolo del pezzo: Quei figli con un bel cognome.

Su Il Giornale c’è poco. Molto poco. Ma merita un articolo-post a sé…

 

  • viscontessa |

    Senza sapere niente di tutto ciò ieri ho scritto questo http://www.sorelleditalia.net/2008/02/26/donne-no-grazie/#comments.
    Un grazie a Chiara che nei commenti mi ha segnalato questa iniziativa.

  • Cristina Tagliabue |

    grazie a Simona, Chiara e a tutte le lettrici – e i lettori – di una tipa/giornalista/autrice/blogger/bladibla che non ha mai pensato che ci volessero le quote rosa, per cambiare le cose….

  • Chiara |

    Davvero bell’idea Cristina, complimenti e grazie per le informazioni! 🙂

  • Simona Lodi |

    Stai facendo un grande lavoro di analisi, che impressiona per la chiarezza. Diffondo.

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