Gli obej obej a Sant’Ambreus, una volta

Lo scorso anno ci ho provato, a passeggiare tra i nuovi Obej Obej disciplinatamente organizzati intorno al Castello Sforzesco. Esperienza truce, per chi, milanese doc, era abituato a caracollare confusamente tra Via del Torchio, Via Lanzone e Via Caminadella. Anche perché mancavano le bancarelle più belle. E poi mancava quello spirito casereccio dei vù cumprà nostrani, ragazzi che vendevano la grolla con le fette di torta fatta in casa.

Lo scorso anno gli Obej Obej erano una sorta di ipermercato all’aperto. Merci prevedibili, e ritrovabili ovunque, nel panorama globalizzato degli oggetti dei desideri. Quest’anno non ci vado più. Ti si spezza il cuore a vedere una vera tradizione cittadina farsi outlet "prenatal" – come dice Aldo Nove -.

Ma oggi che è Sant’Ambreus, dunque, toccherà scapparci da questa Milano, come fanno sempre, tutti, sempre di più?

  • Poldo |

    Gli Obej Obej sono morti. La nostra amministrazione comunale è riuscita a cancellare una tradizione antica in nome dell’ordine.
    Penso a quanto ci è costato mobilitare tutte quelle forze dell’ordine per allontanare i pericolosi abusivi,come se fossero loro il problema di Milano.
    Che tristezza!Tenetevi il “vostro” mercato del Giovedì.

  • Giovanni |

    Ciao a Tuutti!Gli obej obej dell’anno scorso purtroppo erano decisamente poveri di poesia rispetto a quelli passati,colpa sicuramente della banalità delle merci esposte e dell’assenza degli abusivi più pittoreschi,che credo abbiano disertato,lasciando il campo ad altri made in china e tarocchi di ogni genere.
    Li ho trovati sicuramente più confortevoli da visitare,e auspico che continuino a farli al Castello,che quegli spintoni e quella folla soffocante non li digerivo.Speriamo che quest’anno le merci siano più affascinanti,e magari chissà,faremo pure amicizia.
    Salute e Buon Natale a Tutti!

  • Roberto |

    Purtroppo non sono daccordo con voi. A mio parere i nuovi obej obej sono molto meglio di quelli in Sant’Ambrogio. E’ vero ci sono anche bancherelle prevedibili, ma grazie al fatto che ce ne sono di piu’ . Inoltre era impossibile passeggiare in Sant Ambrogio…praticamente le bancarelle non le vedevi nemmeno tra spintoni e malditesta. Un casino pazzesco. Almeno adesso puoi fare una bella passeggiata, ammirando tra l’altro uno dei monumenti piu’ belli che abbiamo a Milano…(il Castello).

  • Alessandro |

    Ciao Cristina,
    da toscano della costa “doc”, per punto preso e per una certa attitudine personale, Milano di per sè non è che faccia impazzire, tuttavia ha o aveva alcune cosettine carine di cui una, visto il periodo, era appunto quell’aria pungente, plumbea e un tantinello mittleuropea che rendeva il Natale (prima e durante..) più “Natale” di quanto non facessero le soventi giornate tiepidine della costa toscana..un tempo..
    Ricordo l’emozione di quella specie di mercatino popolato di caos e cioccolata calda, di campanelli sopra i cappelli di feltro colorati, di guance rubizze e bicchieri di qualche cosa di alcolico anti-gelo, mi ricordo la gente che rideva e si accalcava di fronte a tavoli pieni di colori e di suoni, accidenti, mi sembrava davvero Natale! I pacchi, i sacchetti, i bambini, rosso e bianco, un po’ di verde bosco e la magia era fatta.. poi alzavi gli occhi, annusavi l’aria e la speranza di un fiocco di neve era sempre l’ultima a morire!
    L’ultima volta erano solo spintoni e ragazzini con le sigarette che ti tiravano il fumo nel viso, poca magia e tanto caos da mercatino rionale del sabato mattina, la magia era rimasta solo nei film di Harry Potter e del Natale proprio niente, neanche l’ombra.. complice il caldo globale, complice tutto il resto, mi tocca far finta di essere cresciuto davvero e non credere più a Babbo Natale. Peccato, almeno per un pomeriggio era divertente…

  • Cristina Tagliabue |

    Grazie… Alla fine comunque ci sono andata agli Oh Bej Oh Bej, nella parte degli extras, delle bancarelle diciamo “abusive”… purtroppo confermo. i vicoletti erano molto meglio ahimé!

  Post Precedente
Post Successivo