I libri ti si accatastano sul comò come la legna da ardere di fianco al camino. Continui ad aggiungerne per abitudine, ma c’è sempre un motivo per il quale il camino rimane spento. E ogni volta che ci passi davanti quasi ti senti in colpa, perché quasi hai paura di disimparare, a godere del suo calore.
Però non hai tempo, sei sempre di fretta, pensi ad altro, non riesci a goderti quel piccolo grande lusso della tranquillità domestica. Capita anche a voi? Quanti libri non ho avuto il tempo di leggere lo scorso anno lo so io, lo sanno gli scaffali ricolmi di testi intonsi, lo sa il mio comò e la mia scrivania che solo adesso vedono la luce. Beh, qualche giorno fa mi sono detta “adesso basta”. Adesso finalmente torno ad occuparmi dei libri. Non solo di quelli che necessariamente mi serviranno per “lavoro”, ma di quelli mi piacciono, dei libri che non servono a nulla se non alle parole che ricordano altre parole e persone, e fatti emozioni, alla bellezza di leggerli anche se la tua recensione non ha senso sia pubblicata. Insomma, con questi libri, ora mi occupo di me.
Le pagine sono così lentamente tornate a galla, ad una ad una. Anche quelle del 2010, anche quelle del 2011. E anche tutte le parole ormai pubblicate da un pochetto, ecco, mi spiaceva lasciarle passare così, senza scriverne, solo perché pubblicate in un’epoca in cui semplicemente non… potevo sottolinerale con attenzione. E allora eccomi qui, a ricordare che sono belle anche soltanto in due righe regalate ad un libro. Che non sono necessarie recensioni chilometriche per segnalare una poesia. Basta semplicemente fare un poco il tifo, e provare a trasmettere anche solo una piccola parte, del gusto che un testo mi ha regalato.
Parto da “Il Giardino Elettrico di Simone Caltabellota”. Simone è stato direttore editoriale della casa editrice Fazi: l’ho conosciuto credo dieci anni fa, quando scoprì Melissa P. e i suoi “Cento colpi di spazzola”, e sotto il marchio Lain diede il via ad una serie di successi editoriali.
Poi, ad un certo punto, forse nel periodo di maggiore espansione della Fazi, Simone decise di intraprendere la carriera di produttore musicale: innamorato di Nikki Sudden, decise di distribuire in Italia il suo lavoro. Qualche anno dopo il passaggio nel mondo della musica, Simone ha scritto il suo primo romanzo, che porta un titolo di semplice sofisticazione: “Il giardino elettrico” (Bompiani Editore, 14,50 Euro).
E’ un libro romantico, leggero ossia etereo, in cui troverete dosi di poesia ai quali non siete abituati. E’ un romanzo colmo di frasi importanti, che ti si fissano dentro il cuore (e non solo perché questo è un libro d’amore, innanzitutto). Vi porto solo un esempio, che ho ricopiato immediatamente su Twitter, appena letto: “In camera ammirava nello specchio le cicatrici delle ali che non le servivano più. Se Memmo non riusciva a volare con lei”. Immaginate: lei aveva le ali, era un angelo. E lui….
Vi lascio qui, dentro l'inizio di un sogno delicatissimo. Buona domenica!