Oggi a Radio24: dal punto di viste del Pil, conviene l’Italia, ancora, “casalinga”?

Insieme a Luca Tremolada, in studio, due ospiti che studiano il tema, da due differenti punti di vista.

Paola Profeta dell'Università Bocconi, che ha contruibuito alla stesura de L'Italia fatta in casa di Alberto Alesina e Andrea Ichino. La domanda è: economicamente, a Paese, conviene il retrogrado quanto cuscinetto sistema-famiglia nonché il casalingo-lavoro? E poi, Anna Zavaritt, blogger e giornalista, nonché grande esperta sul tema conciliazione, ci porterà qualche dato per farci pensare…

In collegamento, secondo lo spirito natalizio, ci colleghiamo con Wilma Silvestri. Costumista-stilista-creativa che ci racconta come si fa, a scegliere le camicie per i film di Tornatore. E al tempo a stesso a non diventare pazze!!!

  • Giulio Serra |

    Un Augurio di Buone Feste,
    Giulio.
    A presto

  • Paola Liberace |

    attente che vi seguo… pronta a difendermi 😀
    scherzi a parte, speriamo che non si finisca semplicemente a contrapporre un modello “old” a uno “new” (e a infilarmi nel primo).
    il punto non è lavorare a casa o fuori, ma la flessibilità che manca nell’uno e nell’altro caso, e non certo per colpa delle famiglie. le conseguenze negative che alesina e ichino lamentano sul mercato del lavoro, sul sistema dell’istruzione e persino sui sentimenti morali nazionali non derivano certo dal fatto che le famiglie producono beni e servizi non computati nel PIL (a parte il fatto che lo stesso concetto di PIL come indicatore unico della ricchezza nazionale è ormai discutibile). piuttosto, questa è semmai una conseguenza del fatto che le famiglie tentano di sopravvivere a un sistema ingessato, rigido e assistenzialista che non lascia loro libertà di scelta, e che le costringe a soluzioni estreme. quello che ci distingue dagli altri paesi europei è la mancanza assoluta di flessibilità, non il familismo.
    solo un esempio: è un fatto, riconosciuto tra l’altro da ricerche sempre più numerose che le donne desiderano allevare i propri figli e restare il più possibile con loro. ma altrove – negli stessi paesi citati ad esempio perché non peccano di familismo – questo è reso possibile da congedi parentali prolungati, orari flessibili, contratti a tempo parziale anche per le mansioni più qualificate. da noi, o lavori – e deleghi i figli ad altri – o fai figli, e allora non ti resta che dimetterti e stare a casa. se ci fosse più flessibilità, le donne lavorerebbero di più, non di meno: ma farebbero anche di più le mamme, come vogliono e hanno diritto a fare.
    Paola

  • Cristina Tagliabue |

    Conosciamo il tuo libro, parleremo anche di lui…. vista la prontezza dell’autrice!!! Certamente non si può non considerare opinioni altre. Prometto cercherò di essere molto molto “obiettiva”, per quanto possibile

  • Paola Liberace |

    Interessante. Sarebbe bello dare voce anche all’altra metà del cielo: quella che non crede affatto che il sistema-famiglia sia retrogrado, né che il cosiddetto lavoro casalingo (fatto salvo l’accordo su questo evanescente concetto) rappresenti una diminutio per le donne. Detto da donna, s’intende.
    Paola

  Post Precedente
Post Successivo