Certo l'understatement non è virtù italiana. Ma anche gli universitari svizzeri non scherzano… A Perugia non mi è sembrato affatto ci fosse un parterre anti-democratico come descritto nel file-articolo di Universo (il giornale universitario svizzero che allego).
E poi, onestamente, certo ho parlato di eccellenza (40mila copie distribuite vuol dire una bella macchina) ma intendevo di eccellenza organizzativa ed economica: la base per costruire progetti. Però poi ci vuole anche eccellezza di contenuti, intelligenza nel relazionarsi agli altri, dialogare, raccontarsi, spiegarsi, aiutare… (a buon intenditor….)
A me stanno simpatici i primi della classe, ma solo se passano i compiti, e li passano con passione. In Italia ci sono troppi intelligenti, bravissimi, che non hanno un sistema che li possa valorizzare. All'estero ci sono tanti sistemi di valorizzazione che ci fanno sentire gli ultimi della classe, perché noi non abbiamo gli strumenti. Ma le eccellenze, è evidente che ce le abbiamo. E infatti quando andiamo all'estero, con sistemi eccellenti che ci possono valorizzare, siamo noi a vincere….
E' una questione politica. Impariamo ad organizzarci bene, e poi potremo fare grandi cose, anche con i giornali universitari. Organizzarci bene vuol dire superare gli individualismi. Saremo capaci?
Onestamente, senza ciò, non potremo mai dimostrare di essere meglio degli altri, nei contenuti, perché ci manca la piattaforma espressiva…. Un mio amico diceva in dialetto quando studiavo a Pavia: i…sotta, i…sotta!!! Traduzione: dacci dentro, forza, dacci sotto! Lo stesso io oggi mi sentirei umilmente di consigliare ai giornali universitari italiani. Dateci sotto, con l'organizzazione!