La chiamavano autorità

Tra il 27 e il 28 giugno, a Piacenza, si tiene il secondo Festival delle Idee. Il tema che verrà trattato è interessante, soprattutto perché dice molto, della riflessione interna al Partito Democratico: si parlerà di autorità, autorevolezza, autoritarismo.

Stessa radice, parole con significati evidentemente diversi. Eppure, tutti e tre i termini scandiscono da sempre l’esercizio di un potere, pubblico o privato che sia. Vale per la società nel suo complesso, vale per la politica, vale nell’ambito dei rapporti economici, su scala globale come sui singoli sistemi locali.

Ma cosa definisce esattamente l’autorità? Quali sono gli elementi indispensabili per essere riconosciuti come autorevoli? Quali le deviazioni che possono condurre sul terreno dell’autoritarismo?

Autorità che può venir meno. Succede in questi mesi nella Campania devastata dai rifiuti; succede ovunque, e inevitabilmente, se a mancare sono i fondamenti stessi della vita associata: il senso dello Stato, lo spirito di servizio, la tutela dell’interesse generale.  A prendere il loro posto può essere allora l’autoritarismo, più o meno mascherato, più o meno pericoloso.   

Autorità che disciplina. È un elemento oggi in crisi: a scuola, in famiglia, nel mercato. In genere funziona invece se alla base ci sono regole chiare, trasparenza, rigore.  Ma soprattutto se chi deve farle rispettare gode di credibilità e, appunto, autorevolezza.

Autorità che decide. È il punto cruciale e  investe soprattutto la politica. È stato questo il limite maggiore dell’esperienza italiana della lunga transizione 1994-2008. Ed è qui, secondo gli organizzatori, che va ricercata la missione fondamentale del PD: conciliare democrazia e decisione, superando quella facile approssimazione secondo cui il decisionismo sarebbe una forma mascherata di autoritarismo: "solo decidendo – scrivono – e facendolo in tempi ragionevoli e nell’interesse generale la politica può riconquistare autorevolezza e credibilità. Solo decidendo la politica torna autorità, nell’accezione più qualificante del termine".

E’ questo il problema? Ecco il programma qui di seguito, per chi fosse interessato… 

Programma

Venerdì 27 giugno

Ore 14.00-15.30        Registrazione partecipanti
                Stand – Piazza Cavalli

Ore 15.30-16.00    Plenaria di Apertura
Conduce Antonello Piroso
Cappella Ducale – Palazzo Farnese – Piazza Cittadella
Saluto di Roberto Reggi, sindaco di Piacenza
Introduzione di Umberto Ranieri, Presidente TrecentoSessanta

Ore 16,00-17.30     Società italiana e comportamento elettorale 
Relazione di Nando Pagnoncelli (IPSOS)
Ore 17,30-19.30        Dibattito
Ore 20.00             Aperitivo in piazza

Sabato 28 giugno

Ore 9,30-10,30         Antonello Piroso intervista Pierferdinando Casini
Palazzo Gotico – Piazza Cavalli

Ore 10.30-15.30        Gruppi di lavoro

Ore 15,30-17,30         Plenaria finale
Palazzo Gotico – Piazza Cavalli

«NORD»
Intervengono Marco Alfieri, Giuseppe Berta, Aldo Bonomi, Daniele Marini
Modera Gianmarco Trevisi

Ore 17,30             Conclusioni
Intervento di Enrico Letta

Gruppi di lavoro

Autorità e Politica
Sala Vegezzi – Urban Center – via Scalabrini, 113

Coordinatori: Alessia Mosca e Umberto Ranieri
Relatori: Marco Almagisti e Guido Melis

Autorità  e Comunità
Ufficio di Piano – Sala n. 1 – Urban Center – via Scalabrini, 113

Coordinatori: Anna Puccio e Francesco Russo
Relatori: Amedeo Piva, Francesco Sanna e Giuseppe Tognon

Autorità e Mercato
Sala Manfredi – Urban Center – via Scalabrini, 113

Coordinatori: Concetta Rau e Giacomo Vaciago
Relatori: Paolo Guerrieri, Franco Mosconi e Giulio Napolitano

Autorità e Territori 
Padiglione Guidotti – Urban Center – via Scalabrini, 113

Coordinatori:  Francesco Boccia e Paola De Micheli
Relatori: Daniele Donati e Michelangelo Nigro