Dopo un breve viaggio in Giordania mi sto seriamente chiedendo se la diffusione della tecnologia sia cosa buona, oppure no.
Lo so lo so, pare un discorso banale e peraltro inserito nel contesto sbagliato, perché Nòva è un luogo in cui l’innovazione prende forma, anche attraverso il racconto delle tecnologie.
Però però, dopo un bagno di folla di questo tipo, di fronte alle meraviglie di Petra (è ufficialmente stata dichiarata dall’Unesco una meraviglia) queste tecnologie a basso costo, nelle mani di tutti, cosa stanno producendo?
Se non c’è consapevolezza, nell’acquisto e nella fruizione dell’acquisto, diventeremo un popolo che anche durante il viaggio, invece di godersi un panorama, se ne starà lì a cercare la foto migliore (evitando tassativamente di inquadrare le persone che stanno intorno, così da far sembrare agli amici, una volta tornati a casa, che si era lì da soli, in tre o quattro, di fronte alle meraviglie dei templi di Petra).
Diventeremo un popolo con tante televisioni tecnologiche, in casa, inebetiti dal divano, dai french fries e dalle partite sul satellite. Diventeremo talmente computerizzati da usare il pc per ogni nostra scelta. Pensando di esser più furbi e più informati degli altri. E invece, semplicemente, avremo avuto accesso, come altri, a beni e servizi illusori.
Se il low cost ci ha liberati, è anche vero che il low cost ci ha ancor più "massificati". Bisogna continuare a saper scegliere, e in mezzo a questo trambusto di possibilità, avere l’intelligenza di sfruttare i prezzi bassi, ma poi crearsi percorsi individuali.
Perché altrimenti si finisce nella vacanza di massa… Peggio che la vita di massa. Perché anche nei momenti di libertà, si finisce per percorrere strade già calpestate. Anzi, già asfaltate…