Cristiano Godano dei Marlene Kuntz, dalla cucinetta di casa, a Cuneo, scrisse

Parte il 1 marzo, da Cesena, il tour dei Marlene Kuntz – come ho scritto ieri nel pezzo su Nòva24 -. Le 16 tappe teatrali per lo storico gruppo italiano, coincidono con l’uscita del settimo disco – Uno – e con un libro – I vivi – edito da Rizzoli, scritto da Cristiano Godano, il leader della band.

Poetico, sofisticato, letterario, il disco. Poetico, sofisticato, letterario lo stesso Godano, che non ha fatto una biografia delle solite, ma una raccolta di racconti. Rizzoli (collana 24/7, Euro 15) l’ha pubblicata con un’immagine in copertina di Sascha Kurschner che è a metà tra voli pindarici ultraterreni e la leggerezza di chi c’è, ma vorrebbe volar via. “Diceva Renzo Piano di Luciano Berio – spiega Godano – che il desiderio dei poeti è quello di librarsi in volo. Anche quando scrivo i testi il cielo è molto presente”.

Sarà. E tuttavia, per certi versi l’immagine è inquietante. Inquietante
come il racconto “Terrore”, in cui il protagonista si ritrova
all’interno di un ascensore che scende, scende, inesorabilmente scende
per ore, giorni, fino a schiantarsi ed esplodere. Con all’interno,
incapsulata nel cubo di acciaio e plastica, la voce narrante che ancora
parla, scrive, vive, fino ad arrivare al sonoro “crash” dell’impatto,
su una terra che finalmente è destinazione, e insieme distruzione.

Parolacce, rabbia, terrore, fame. E tuttavia, non sono solo questi i
toni del libro, come spiega dottamente lo stesso autore: “Il titolo del
testo riprende quello dell’ultimo racconto. Mentre lo stavo scrivendo
mi è successo un fatto curioso. Mi rendevo conto di pensare – facendo i
debiti paragoni, e nella consapevolezza dei riferimenti letterari, che
sono altro rispetto alla mia attività di autore di canzoni – a “I
Morti” di James Joyce. I miei personaggi avevano una loro utilità,
erano il contrario. Erano i vivi. Ecco, questo libro vorrebbe essere un
umile omaggio a James Joyce”.

Il Joyce di “Ritratto dell’autore da giovane”, degli “Esuli”, di
“Poesie da un soldo” oltre che dell’Ulisse. “Per la letteratura ci
vuole tempo, è un gesto faticoso leggere  – continua Godano -. Tempo
per leggere e tempo per scrivere. Mi spiace non averne mai abbastanza,
e tuttavia la dimensione della lettura, che mi è difficile anche a
causa delle frequenti emicrania, sta diventando sempre più importante.
Oggi la mia vita è più spesso a contatto con alti volumi di casse che
riproducono suoni….Ma a casa ascolto jazz, musica classica, e ho
letture del primo Novecento alle quale non rinuncio: Nabokov, Updike,
Queneau…”.

E poi riprende: “Questo tour teatrale sarà più morbido. Nell’estate
invece torneremo nei grandi spazi, e nell’inverno prossimo ancora i
club… Siamo un gruppo rock, noi dei Marlene Kuntz, ma si cresce, si
cresce tutti. Spesso chi ci ama vorrebbe rimanessimo sempre uguali, e
invece è indispensabile cambiare, perché rimanere gli stessi sarebbe
soltanto un freddo calcolo. Con la maturità arriva anche maggiore
equidistanza dagli estremi…”.

Già. Cristiano Godano ci ha raccontato che abita in centro Cuneo, in un
antico palazzo. Nell’appartamento sotto casa un circolo culturale certe
volte suona il valzer. Lui, per scrivere i suoi racconti, invece di
usare la contemporanea scrivania del suo soggiorno, si è rifugiato in
cucina. “Alle cinque del mattino, forse faceva più caldo lì, era più
piccolo, chi lo sa…”. Anche il teatro, come la letteratura, è una
dimensione intima. Questo mese che viene se ne potranno condividere un
paio, di queste esperienze, con il mitico cantante dei Marlene Kuntz.

  • luca |

    Secondo me sto Cristiano viene troppo mitizzato. I Marlene non sono Cristiano, sono i Marlene.
    Cristiano è parte dei Marlene.
    Se uno va a vedere un gruppo perchè il cantante gli sembra figo e ha gli occhi belli deve avere qualche problema interiore da risolvere.
    Cristiano è un mancato commercialista che ha potuto permettersi di dedicarsi al rock in Italia grazie a una grossa fortuna ed ora riesce a vivere di musica e poesia.
    Posso anche apprezzare delle poesie su tre accordi sgangherati e le esibizioni live, ma se parliamo di sostanza musicale io non la vedo.
    Alla fine sono due accordi in croce e tante urla, tanta scena rock, ma
    non serve un genio per capire che musicalmente non c’è dietro chissà quale bravura, chissà quanto studio per elaborare uno stile personale, non c’è una tecnica esecutiva degna di questo nome, anzi c’è una povertà allarmante.
    Fa incavolare che in Italia i pochi gruppi che riescono ad affermarsi nel rock siano sempre dei cani a suonare.

  • Annaliso |

    Cristiano, che non ha mai avuto una voce veramente potente ma andava bene così, ora non ce la fa più a suonare rock muovendosi come uno che ventanni più non ha ed è naturale che sia così.
    La poesia ce l’ha anche il barbone nel metrò, solo che non è remunerata.

  • Annalisa |

    Cristiano è l’ultimo, vero poeta

  • Marinella |

    Cristiano ha un abisso ipnotico di infinità negli occhi…
    La sua voce penetra l’anima, la memoria, la respirazione xD …è la personificazione dell’idea stessa di talento, di genialità
    …meraviglioso.
    Quando tornerà a Napoli?
    Marinella

  • simona bruno |

    adoro la sensualità di cristiano..il suo muoversi,la sua voce,le sue parole..tutto di lui è incantevole..marlene kuntz:poesia pura!vi amo!simona,taranto

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