Al Gore, il Nobel, il Cinema e Green Cross

Ci voleva un Nobel per lui. Ci voleva forse per il suo rispetto delle istituzioni, nel momento del tracollo delle elezioni e della "finta perdita" con Bush, più che per il suo An Inconvenient Truth. Ieri sera, a Torino, durante la presentazione del film di Leonardo di Caprio al Festival Cinema Ambiente, il direttore di Lega Ambiente Marco Fratoddi e il direttore del Festival Gaetano Capizzi auspicavano il Nobel di Gore. E l’enorme folla di giovani, accorsi a vedere l’Undicesima Ora, applaudivano, applaudivano, applaudivano. Ed erano in tanti. Belli. Giovani. Con gli occhi intelligenti.
A guastare gli animi, soltanto la figuraccia del rappresentante dell’associazione Green Cross a Torino. Che ha parlato di Oscar Luigi Scalfaro come fosse ancora il Presidente della Repubblica… Aaarghh!

  • docciascozzese |

    alla fine sono contenta così. in an inconvenient truth al gore si presenta sul palco con ironia (sono il mancato presidente degli stati uniti, tipo). da noi è inimmaginabile la dignità e il fair play che al gore dimostrò nel 2000, quando bush gli scippò la presidenza (siamo tutti d’accordo che è andata così?).
    ora mi chiedo: il nobel per la pace è una consolazione oppure è la cosa migliore che potesse aspettarsi dalla vita il mancato presidente del paese che ha distrutto l’iraq per farlo ricostruire a dick cheney? propendo per la prima ipotesi.

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