Made in Italy: i nostri libri piacciono

Con tutti quelli che se ne scrivono, c’era da prevederlo… Pare si sia sviluppata negli ultimi anni l’inedita capacità dell’editoria italiana di proporre letteratura non solo sul mercato domestico, ma anche in quello internazionale. Autori di libri negli ambiti della manualistica, della saggistica, della stessa narrativa (gialli e noir in particolare) esportano titoli, quindi. Con un buon successo di pubblico anche fuori dallo stivale.
Cambia dunque la parola d’ordine dell’editoria italiana: un po’ meno consumatrice di bestseller d’Oltralpe ma sempre più attenta alle nuove produzioni tutte italiane. Lo annuncia il presidente dell’Associazione Italiana Editori (AIE) Federico Motta, dalla cornice della 59ma edizione della Buchmesse di Francoforte.

Altre osservazioni:
1 – Le traduzioni sono sempre meno – Il 22,2% delle opere pubblicate è tradotto da lingue straniere (fino a quattro-cinque anni fa questo valore si attestava stabilmente al 24-25%): in primis dall’area di lingua inglese (per il 54,5%) e francese (12,8%), seguite da “lingue slave”, “altre lingue” e “più lingue” (1,8%)
2 – Stabile l’export del libro italiano – Risulta stabile invece l’export di libri italiani all’estero (+1,1%), che raggiunge un valore di quasi 40 milioni di euro (non si riesce a considerare l’export su e-commerce).
3 – Le cifre del settore nel 2006 – 3.670 milioni di euro di fatturato, in leggera crescita (+0,6%) rispetto all’anno precedente, oltre 59mila titoli pubblicati (+13,2%), di cui il 61,1% costituito da novità, oltre 261 milioni di copie stampate. E ancora un tasso di lettura che registra un 44,1% della popolazione italiana con più di sei anni di età, pari a circa 24,3 milioni di persone (su 55.189.000 di residenti): è il valore più alto fatto registrare dal 1993. Sono questi gli elementi strutturali che fotografano il comparto dell’editoria libraria e multimediale italiana nel 2006
4 – Cresce internet e la grande distribuzione, rallenta l’edicola. La libreria si conferma primo canale – Continuano le buone performance delle vendite di libri nei supermercati, grandi magazzini, centri commerciali – +18% nel 2006 (era il +12% nel 2005) -, crescono le vendite online (+30%), tiene la libreria (+1%), che rimane sempre il primo canale, mentre l’edicola si conferma come il secondo canale di vendita di prodotti editoriali librari (e correlati).
5 – Ultima notizia, forse buona: collaterali in netta flessione – Risulta in netto calo il mercato dei collaterali librari in edicola: il 2006 è stato infatti l’anno meno felice per libri e reference distribuiti in edicola assieme a quotidiani e periodici – dal 2002 ad oggi -, attestandosi comunque sulla cifra di tutto rispetto di 489milioni di euro di complessivi (-9% sull’anno precedente)