Remnick, scusate se insisto…

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A proposito di giornalismo, il direttore del New Yorker ci dà anche questa settimana una buona lezione, descrivendo la lobby ebraica… Per chi non mi conoscesse, non corro rischi di razzismo, nel citarlo, avendo una famiglia che è un mix tra il protestante, l’ebraico e il cattolico..

Il testo è lungo e complesso, ma è un ottimo esempio di trattazione di tema "super-delicato". Perché religioso, ma anche politico ed economico… Remnick inizialmente descrive un libro appena uscito negli Stati Uniti, che sta suscitando parecchio dibattito. Dopo aver sviscerato il tema, che cosa ci dice il direttore del New Yorker? Lobbying is inscribed in the American system of power and influence.

A mio parere, non solo nel sistema americano. Tanto vale saperlo, farci i conti, esserne consapevoli e fare un ragionamento maturo. I poteri forti esistono. Cosa vogliamo fare? Continuare a lamentarci oppure dialogarci, e cercare di cambiare il mondo, anche soltanto di poco, per quanto ci è possibile?

  • Andrea |

    Non ho ancora finito di leggere il lunghissimo articolo, ma a proposito della lobby “ebraica” che in America inizia a suscitare dubbi e avversioni ho da segnalare qualcosa.

    In primis, quanto è avvenuto a Jimmy Carter per la presentazione del suo libro. Riporto dal blog “Reporters”: ‘E che l’informazione sul medio Oriente in particolare, è assai lacunosa perchè la paura di poter essere accusati di antisemitismo si trasforma in autocensura, che stempera ogni rilievo potenzialmente essere critico nei confronti di Israele’.

    reporters.blogosfere.it/2007/09/blog-notes-dopo-venezia-2007-1-la-stampa-americana-esce-con-le-ossa-rotte.html#more

    In seguito, c’è il caso di un professore ebreo americano, critico nei confronti di Israele e i suoi confratelli, Norman Finkelstein, accusato di antisemitismo per aver denunciato “l’industria dell’Olocausto”.

    in poco tempo non si è visto assegnare una prestigiosa carica ad Harvard ed si è dovuto dimettere dal suo ruolo.

    http://en.wikipedia.org/wiki/Norman_G._Finkelstein

  • Cristina |

    mmm. per talento sprecato: credo sia proprio così come la descrivi, per i potenti che ho conosciuto.

    per alessandro: si possono fare cose molto più piccole, credo, per cambiare il mondo.. adesso mi faccio la punta al cervello e poi ci riprovo… a trovarle

    buon fine settimana a voi!

  • Alessandro |

    Forse dovremmo..

    tutti insieme salviamo anche qualcuno dal braccio della morte..

    alcuni giorni vorrei proprio ricredermi e convincermi come quando avevo vent’anni che si può davvero cambiare il mondo!!

    Buon fine settimana!!!!

  • talentosprecato |

    dubito che ci ascolterebbero a meno che non vedano nel nostro tentativo di dialogo un ulteriore strumento per accrescere il potere. Non conosco potenti dunque la mia è un’ ipotesi campata sul pregiudizio e sull’ immaginazione ma a volta penso che i potenti potenti si sentano cittadini di un altro mondo ma al tempo stesso li immagino vittime del potere che sperano di possedere

  • Cristina |

    Credo anche io.. Infatti non volevo in alcun modo fare prediche o sermoni..

    E’ che stavo pensando al fatto che se non impariamo per primi noi, a cui non frega niente di soldi e potere, a dialogare con loro, il mondo (la cui direzione, tranne rare eccezioni, viene definito da chi ha soldi e potere, appunto) non cambierà mai…

    Se loro non parlano con noi, forse dovremmo provare noi, a parlare con loro…

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