Sono stata a Volterra, per il Festival e per vedere con i miei occhi lo spettacolo di Armando Punzo, un regista che lavora da 20 anni nel carcere, con gli attori/detenuti. La sua si chiama Compagnia della Fortezza. Lo spettacolo, invece, Pinocchio. Per entrare nel carcere bisogna chiedere il permesso al Ministero di Grazia e Giustizia. Ce l’ho fatta in breve tempo. Ieri pomeriggio, dunque, sono entrata insieme ai più famosi critici teatrali italiani e a Debora Pietrobono, una cara amica con la quale ho anche spartito il letto, stanotte. Beh. Lo spettacolo è impressionante a dir poco. Potrete leggere sui giornali le opinioni dei critici, che ne sanno più di me…
Per me, la cosa più tosta è stata mangiare l’anguria con i carcerati/attori. Ed entrare nelle celle. Un’atmosfera famigliare, si respirava. Era così strano. Nel posto più bello di Volterra, sul cucuzzolo della collina, un carcere di massima sicurezza dalle mura medievali, un castello, rinchiude per decenni delinquenti di chiara fama. E io, a mangiare l’anguria in mezzo a loro. Come quando sei in metropolitana con l’ipod. Non conosci nessuno. Potresti avere al tuo fianco chiunque. Come quando mangi l’anguria con i tuoi vicini di casa. Non conosci nessuno. Potresti avere al tuo fianco chiunque. Come quando a Natale mangi il panettone con i tuoi parenti. Non conosci nessuno. Potresti avere al tuo fianco chiunque.