E’ stata la prima direttrice d'orchestra – femmina – a vincere il Festival di Sanremo in entrambe le categorie, nella stessa edizione. Ed è stata forse anche la più giovane.
Federica Fornabaio, all’anagrafe come al titolo del primo suo pianoforte solo d’esordio appena uscito, per Warner Music, vive a Roma ma è cresciuta ad Andria, in provincia di Bari.
Classe ’85, particolarmente bella e sofisticata, Federica forse non è un caso sia nata l’8 marzo: donna, colta, intelligente, è una festa sentirla parlare. “Ho fatto il liceo classico, e il latino mi ha insegnato molto, mi ha insegnato a pensare, a fare collegamenti”. E poi “troppe persone sono convinte di essere ipercaute quando invece non lo sono”. E poi “ogni volta che c’è un problema non bisogna farsi prendere dal panico. Bisogna ricominciare a respirare, fare una pausa, e poi trovare una soluzione. Perché una soluzione c’è sempre, per qualsiasi problema. Basta trovare la tranquillità necessaria, per risolverlo”.
Piccole perle di saggezza da una personcina minuta che, all’inizio, nel descrivere lo scontro di personalità in “Ora, domani, mai più” suona la divergenza profonda attraverso una lotta fra due temi che si presentano e si sovrastano l’un l’altro, in un continuo gioco di prevaricazione. Ma poi, con il finale, la soluzione non è la vittoria non di uno dei contendenti o la distruzione del vinto bensì la fusione di entrambi. “Perché è l’equilibrio il nostro punto di forza: può dar luce a nuovi spunti di riflessione, può regalarci la serenità”, scrive.
«Non mi è mai piaciuto giocare con le bambole. – ricorda– Preferivo ripetere a memoria le musiche dei film d'animazione della Disney su una pianola Bontempi e un pianoforte scordato che avevo in casa. Il primo che ho suonato a orecchio è stato “La Bella e la Bestia”». E’ stata scoperta tre anni fa, partecipando ad uno stage di musica da film a Roma e suona davanti a Ludovico Einaudi e a Giuseppe Piccioni che, manifestando la loro approvazione per l’esecuzione, si chiesero da quale colonna sonora venisse quel brano. In realtà era il suo primo inedito composto a solo 17 anni “Ricordi in fuga”, contenuto nell’album.
Oggi i suoi “stakolder”, come lei li chiama – ovvero il suo gruppo d’ascolto, la sorella, il giudice più apprezzato, e le amiche – ascoltano i suoi brani appena composti, e poi le dicono. La più amata, la sorella “perché vivo con lei a Roma, da tre anni, perché è più grande, perché grazie a lei forse abito qui”.
A Roma ha imparato la velocità, ad organizzarsi le giornate, a vivere sola. “Torno dai miei ogni tre mesi, quando devo fare una pausa”, e tornare a casa significa tornare da papà ingegnere edile e da mamma insegnante al liceo. Una ragazza e una famiglia normale, avrebbe potuto sembrare qualche anno fa, quando studiava art direction allo Ied, oppure quando lavorava in un’agenzia di pubblicità, fino allo scorso dicembre: “ho lasciato il lavoro il giorno della piena del Tevere. Ho pensato che la pioggia fosse un segno del destino, di un errore, E invece no, ho fatto la scelta giusta”.
Giovane, ha lasciato il posto fisso e investito nel futuro. Prima su Sanremo, poi sul suo disco, che presenterà nelle librerie Feltrinelli con piccoli show case, nelle prossime settimane.
«Sakamoto è il mio guru artistico – spiega- perché riesce a creare grandi emozioni con estrema semplicità. Il concept di questo mio disco è proprio suscitare la maggior intensità possibile con la semplicità della forma. L'espressione artistica per me più complessa è comunicare emotivamente tantissimo utilizzando poche note, quelle essenziali per il racconto. È la differenza fra prosa e poesia: la seconda usa poche parole, quelle più giuste e più forti».
All’esame di fine anno dello Ied i docenti si complimentarono per il suo lavoro, ma poi, al termine dell’esposizione, le chiesero “Sei sicura di averlo fatto proprio tu questo progetto?”. Federica spiega così le difficoltà della bellezza: “Sono sicura che hanno dubitato perché ero bella. Certe questa cosa volte mette ansia, Forse non è la bellezza che spinge a diffidare delle promesse altrui, ma certamente, quando le persone ti parlano ed asseriscono sempre, beh, prima di fidarti davvero di loro anche per te passa un poco di tempo in più”.
“Ci credono sul serio a me oppure ci credono perché vengo bene in video? Viene da chiedersi” . Quando le proposero di far musica a livello professionale Federica Fornabaio se lo domandò. Ora è sicura che sì, che ci credevano a prescindere dal suo aspetto. “Ma ci è voluto del tempo”.