Dalla vita degli italiani allo schermo di Venezia, e poi ieri sera, su Rai 3. Il film di Gabriele Salvatores, prodotto, peraltro, da Ridley Scott e da Indiana ha coinvolto scuole, università, istituzioni, luoghi, comuni – anche luoghi comuni, certo – per mettere insieme una fotografia di un giorno italiano qualunque.
Il 23 ottobre dello scorso anno. Un dispiego di energie enorme. Forse più impegnativo che girare un film dall’inizio alla fine è mettere insieme storie che ti prendono, interessanti, commuoventi, divertenti, che non sono controllabili da un copione, ma che arrivano direttamente dalla vita reale. Immagini belle ma anche brutte, luce sotto controllo ma anche luce fuori controllo.
Ero curiosa di capire se, quello che per Rai è stata una sperimentazione sociale di livello, fosse anche qualcosa che il pubblico, me compresa, potesse masticare in una normale serata televisiva. Un sabato, ancora post-vacanziero, su una rete impegnata, e dunque, anche, impegnativa per chi la guarda.
Ebbene. Ecco com’è andata: Italy in a Day ha totalizzato l’8,8 per cento di share. Quinto dopo “Sogno e son desto 2”, “Intimissimi on Ice”, “Tata Matilda” e “Castle”, e prima di “Duro da uccidere” e “Maigret ha paura”.
Qui trovate la rubrica di carta di oggi. Mi sembra un bel risultato per tutti quelli che… il video.