“Chi è la mia bimba bella?” credo che non esista un genitore al mondo che non abbia detto queste parole alla propria figlia. Ed è proprio con queste parole che inizia “Inspire Her Mind”, il video che la compagnia di telecomunicazioni americana Verizon ha lanciato insieme all’avvocatessa e attivista politica Reshma Saujani, fondatrice di Girls Who Code. Il video accompagna lungo la sua crescita Samantha, una bambina piena di curiosità e intelligenza, che si appassiona di natura e di astronomia, che vuole conoscere, costruire, esplorare. Ma le parole dei genitori, apparentemente innocue, hanno un’influenza fortissima sulle sue scelte. “Attenta a non sporcarti il vestito”, “Metti giù quella roba”, “Attenta con quel trapano, fallo usare a tuo fratello”. Il risultato è che Samantha sarà una delle tante ragazze che preferiranno il lucidalabbra alla fiera annuale della scienza, dimenticandosi del proprio potenziale e abbandonando le proprie aspirazioni senza quasi rendersene conto.
“Non è ora di dirle che è anche molto intelligente?” è il claim del video, che riporta una statistica impietosa. Il 66% delle bambine americane che frequentano le scuole elementari dicono di amare la matematica e la scienza. Ma solo il 18% dei laureati in ingegneria è donna.
L’aspetto positivo del video di Verizon, che ha superato i 3.375.000 di visualizzazioni, è che non trasmette un messaggio colpevolizzante, non propone il solito, sterile confronto uomo-donna. Inspire her mind è un invito a riflettere su quanto sia facile condizionare l’educazione di una bambina, anche involontariamente. Quando ci si riferisce ad una donna, il rischio è che bella suoni sempre meglio di brillante.