Per chi non ci è mai stato. E per chi c'è stato, ma vuole "vivere" la città in modo diverso. Come se fosse a casa. Per chi cerca una vacanza in una città d'arte ma anche un'esperienza di relax – e al tempo stesso culturale "vera" – prendere una casa in affitto, invece che stare in hotel, lo sapete meglio di me, è diventata prassi.
E' una scelta, certo. Peraltro più conveniente che stare in hotel. Peraltro più interessante, perché ti permette di calpestare quartieri che altrimenti non vedresti mai. Perché ti permette di entrare in case – molte, da sogno – in cui potersi acclimatare e vivere in tranquillità anche un pomeriggio senza fare nulla, leggersi un libro, e comunque vivere un'esperienza culturale, in un contesto che non sia una piccola stanza.
Ho parlato con un personaggio che ha creduto in internet sin dagli arbori, prima del 2000, e che ha iniziato a creare una piccola rete romana, poi italiana, e poi anche straniera di "affitto case" per pochi giorni. Si chiama Paolo Calabrò, ed oggi è proprietario di un piccolo impero di servizi per la casa: Rental in Rome, nonché di Rental in Venice, Rental in Florence e Rome Bed & Breakfast.
"Gli stranieri – mi ha raccontato – paradossalmente, conoscono già, e utilizzano con maggiore assiduità, anche per viaggi di lavoro di pochi giorni, le "case in affitto". Sono le stesse aziende ad occuparsi di prenotare "case vacanze", al posto di hotel".
Pensavo. Anche noi italiani potremmo iniziare a utilizzare questa modalità "casalinga" per andare all'estero. Forse un po' meglio del couchsurfing, modalità in cui vai a casa di qualcuno ma devi poi scambiarla con la disponibilità della tua… Strategia per i più fiduciosi, che non sempre porta ai risultati attesi.