Sarebbero 150 anni dalla sua nascita. E certo, anche se non si fosse suicidata all'età di 65 anni, non sarebbe di certo tra noi. Ma è importante ricordarla, forse, anche per chi non la conosce. La sua breve biografia la trovate su Wikipedia.
Ma la più bella cosa (a mio parere) per chi volesse approfondire, sarebbe andare in libreria, e acquistare la serie dei suoi racconti su "The dress of women".
Perché questa autrice (pittrice, scrittrice, creativa ante litteram), oltre ad occuparsi del tema dell'indipendenza economica, di formazione, di valorizzazione delle differenze, si è anche occupata di "fashion". In modo un po' intellettuale.. certo, perché nei suoi racconti, spiega come mai la "moda", ai tempi per lo più nelle "mani" degli uomini, fosse inadatta e scomoda. Come a costringere, strizzare le donne nel loro ruolo, e non permettere loro l'ascesa sociale. Perché gli abiti che non fanno respirare non ti fanno muovere. Ti tengono richiusa in una morsa di scomodità che, nella vita sociale, non ti rende "efficace".
Mi ha ricordato quanto spiegava Naomi Wolf. La società di vuole magra, perché così tu, senza forza alcuna, non abbia niente mai, da richiedere, recriminare, pretendere. Perché tu rimanga in quel "ruolo" di inferiorità. Fisica, e anche economica, intellettuale. Perché se sei debole, sei ricattabile, e mai indipendente.
Durante il seminario internazionale organizzato da Laura Moschini all'Università di Roma3 ho anche avuto modo di imparare che la Perkins evidenziò le ragioni economiche che hanno provocato la gerarchia tra i sessi, e la trasformazione delle donne in individui over sexed, dove le caratteristiche sessuali prevalgono sulle qualità umane e il ruolo dei mass media nella perpetuazione degli stereotipi che bloccano il progresso sociale.
Tra i suoi scritti più famosi ancora oggi ripubblicati ed oggetto di studio nei corsi universitari: The Yellow Wallpaper (La carta da parati gialla), Women and Economics, Concerning Children, Social Ethics, Herland (racconto utopistico).
Buona lettura!