Un paio d'anni da un'amica top manager mi ha confessato che la sera tardi, durante convention aziendali, lei andava a dormire mentre i suoi colleghi si riunivano in particolari feste, con particolari ragazze.
Era una cosa normale, diceva la mia amica. L'ho registrata quando lo raccontava, ma poi non l'ho mai usata quella cassetta nonostante mi facesse male, e orrore, la descrizione così asettica di prostituzione in cambio di favori. Possibile che nelle aziende, anche grandi, anche internazionali, le donne fossero ancora al centro di "divertimenti" e "affari"? Possibilissimo. Era, e a quanto dimostrano i fatti dell'ultimo anno, è la realtà. Forse noi donne non lo sapevamo. Forse noi donne non la volevamo affrontare.
Silvia Nono insieme a tante, tantissime donne, in seguito alle rivelazioni degli ultimi giorni, propone oggi ai politici l'inserimento di una semplice frase all'interno dei primi punti del programma elettorale: "io non considero normale che le donne siano trattate come merce di scambio nelle relazioni personali e professionali, nella politica, nella comunicazione".
Sembra incredibile, vero, dover ribadire un tema tanto banale quanto sacrosanto. Sembra incredibile, ma è evidentemente necessario. Io sottoscrivo. Sottoscrivete anche voi. Chiediamolo tutti insieme, anche voi maschietti suvvia.