Palazzo Vecchio, Firenze nuova

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E' difficile pensare di prender parola a Palazzo Vecchio, a Firenze. Tra affreschi di Michelangelo e i turisti che passano e osservano i lavori dell'operosa città, questo sabato mattina saremo in duecento, forse trecento, riuniti, chiamati a parlare dal neoassessore alla cultura Giuliano Da Empoli.

Ci si sente come a violare un luogo. E invece è il luogo che ti sta chiamando, a parlare. Molto stranamente, visto che poi chi mai nella vita è stato chiamato da un assessore alla Cultura di 35 anni a esprimersi, così, liberamente…

Subito, alle 10 passa il sindaco, anche lui di 35 anni, e saluta tutti, e parla con tutti (avete presente la Moratti?). E sottolineo che quei tutti non avevano mica l'invito, non avevano mica da venire così apposta perché chiamati. Tutti potevano venire a Palazzo Vecchio a stringer la mano al sindaco, che è simpatico, giovanissimo, e sta progettando un quinquennio davvero diverso.

Visto come sta Milano, vien voglia di esserci, qui, e di partecipare. Da vicino.
Dopo tutto, il cambiamento non è detto venga dall'alto (o basso) di Roma. Magari parte da una delle città più internazionali che abbiamo. Quella che per LA PRIMA VOLTA in Italia, e forse in EUROPA, e forse nel mondo, non ha un assessore alle Pari Opportunità perché la giunta, di dieci persone, ha fatto 5 pari. Cinque maschi, cinque femminile.

Incredibile, ma vero.

  • Filippo |

    Gli affreschi nel Salone dei 500 di Palazzo Vecchio sono del Vasari…

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