Stamattina nevicava, a Milano come a Polignano a Mare (qui sotto nella foto). Sono uscita di casa ed ho fatto colazione con un’amica giornalista, mia vicina di casa. Poi sono andata a camminare al Parco, dove la neve, praticamente, non era neppure calpestata… Mentre passeggiavo al freddo, felice, ho ricevuto qualche telefonata, di persone arrabbiate per il traffico, e per la difficoltà di raggiungere il posto di lavoro. Un casino per tutti…. che alla fine mi ha tolto – poco, non tanto – la bellezza della passeggiata che avevo scelto di fare.
La questione fa il paio con un’altra mia scelta, un po’ più importante, che mi è stata contestata dal famoso professore Tito Boeri in una conferenza incontro di qualche giorno fa. Secondo lui, ci vorrebbe un contratto per tutti, e tutti dovrebbero essere assunti. Inoltre, gli pareva di sentire dalle mie parole una certa amarezza per non avere la pensione garantita, le ferie e tutto il resto. Ha detto, davanti a una platea di studenti "questa ragazza (ragazza, non donna, e ho pure 35 anni!) ha un’insoddisfazione di fondo, e sarà la prima ad essere eliminata dal sistema produttivo, visto che i precari sono i primi ad andarsene…".
Ebbene, caro professore. Lei può passeggiare sotto la neve, MA ANCHE avere un contratto fisso. Certi altri no, invece. Io ho scelto di non avere un contratto e di non essere più assunta in vita mia, ma non per questo mi sento precaria, né tantomeno infelice. Consapevole di una scelta, credo di portarla avanti con dignità e impegno. Perché mi deve dare addosso così, gratuitamente? Ma lo sa, professor Boeri, quante persone ci sono in Italia, come me, che – anche preso atto di una situazione – hanno scelto che una camminata sotto la neve vale quanto i giorni di malattia pagati?
Come io rispetto le scelte di chi è assunto, mi piacerebbe che chi è assunto e garantito rispettasse le mie e quelle delle persone come me.