Nel 2007 la Fondazione Venezia ha pubblicato un piccolo libretto che racconta di come va il teatro-giovani, in quel di Venezia e provincia (compresa la zona di Padova). Provo a riassumere qualche dato, che magari serve anche a chi fa questo lavoro, nel resto d’Italia.
Nell’area presa in esame compaiono 26 teatri in 15 città di provincia, 229 rappresentazioni di cui 152 titoli e 77 repliche, 8565 posti disponibili (tra novembre 06 e luglio 07), 215 istituti che se ne occupano e 2.499 tessere offrete, di cui 183 di gruppo e 2.316 singole..
Ebbene, non avevo capito quanto fossero importanti queste tessere di abbonamento fino ad oggi. In pratica, sono il modo – per i teatri – per assicurarsi le presenze fisse di stagione. E la maggior parte di queste tessere, ovviio, le comprano gli studenti universitari (52%) e liceali (39%).
In media, ogni persona che usa questa carta-abbonamento ha visto 3 spettacoli. Che sceglie per curiosità , aderenza al programma scolastico, aspetti logistici e raggiungibilità.
La prima fonte di conoscenza degli spettacoli è l’ambito scolastico, la seconda è la pubblicità, la terza il passaparola.
Ci sono altre cose interessanti, nel libretto, ma una mi ha colpito parecchio: su 2.316 tesserati a Venezia, i "maschi" sono 806 e le "femmine" 1510.
Ma se la cultura interessa di più alle donne, perché poi ci ritroviamo a capo di tutti i teatri e gli organismi di cultura (tranne il Cda di Roma) sempre tutti uomini? Vabbé, parole al vento. Chissà che senta Goffredo Bettini e ci faccia una bella e sonora risata… Fosse per lui, rimarrebbe tutto così com’è (?)