Economia illegale ed economia legale: la zona grigia di Nino Amadore

Non so cosa abbiate in programma per oggi. Io, per cominciare bene la settimana, faccio un salto qui, alla presentazione del libro di Nino Amadore. Ore 17.00. Lo so, è presto, però magari anche se si arriva tardi si ascolta qualcosa di interessante….

Introduce
Ferruccio de Bortoli – Direttore del Sole 24 ORE

Intervengono
Nino Amadore – Giornalista del Sole 24 ORE-Sud

Capitali illeciti e lotta alle mafie: il ruolo degli Ordini professionali

Ivan Lo Bello – Presidente di Confindustria Sicilia
Gli imprenditori apripista del cambiamento

Donato Masciandaro – Direttore del centro Paolo Baffi, Università Bocconi Milano
Traffici internazionali e criminalità organizzata

Michele Prestipino – Magistrato della Procura di Palermo e autore del libro “Il Codice Provenzano”

Collusioni e professionisti compiacenti. Un esempio concreto: la costruzione del “sistema Provenzano”

Modera
Serena Uccello – Giornalista del Sole 24 ORE

  • francesco miglino |

    E’ NOSTRO DOVERE CONOSCERE I NOMI DEI DEVASTATORI DEL NOSTRO PAESE.
    12 maggio 2012
    PER CAPIRE IL DANNI PROCURATI ALL’ ITALIA DALLA INTRODUZIONE NELLA COSTITUZIONE DELLA PARITA’ DI BILANCIO.
    UN DOCUMENTO DIRETTO AD OBAMA SU CUI ERA FONDAMENTALE DIBATTERE PER DIFENDERE IL NOSTRO AVVENIRE E’ STATO VOLUTAMENTE IGNORATO DAI GIORNALISTI AFFILIATI ALLE TESTATE A PARTECIPAZIONE BANCARIA.
    I PREMI NOBEL PER L’ ECONOMIA SCRIVONO AL PRESIDENTE OBAMA SCONGIURANDOLO DI NON INSERIRE NELLA COSTITUZIONE DEGLI STATI UNITI IL VINCOLO IN MATERIA DI PAREGGIO DEL BILANCIO.
    NEL NOSTRO PAESE IN FORTE FASE RECESSIVA, INVECE DI SOTTOPORRE AD UN REFERENDUM POPOLARE LA MODIFICA DELL’ ARTICOLO 81 DELLA COSTITUZIONE, SENATORI E DEPUTATI ITALIANI IN CARICA, ESCLUSI ALCUNI ASTENUTI, INVECE DI DIFENDERCI CHIEDENDO INVESTIMENTI PER RILANCIARE L’ ECONOMIA, INSERISCONO IL PAREGGIO DI BILANCIO NELLA COSTITUZIONE IN OSSEQUIO ALLE DIRETTIVE DELLA GRANDE FINANZA CHE SPECULA SUI NOSTRI CONTI E RENDE’ AMARA ED INSOPPORTABILE LA VITA DI TUTTI NOI.
    LETTERA INVIATA DAI PREMI NOBEL AL PRESIDENTE U.S.A.
    Cari presidente Obama, presidente Boehner, capogruppo della minoranza Pelosi, capogruppo della maggioranza Reid, capogruppo della minoranza al Senato McConnell, noi sottoscritti economisti sollecitiamo che venga respinta qualunque proposta volta ad emendare la Costituzione degli Stati Uniti inserendo un vincolo in materia di pareggio del bilancio. Vero è che il Paese è alle prese con gravi problemi sul fronte dei conti pubblici, problemi che vanno affrontati con misure che comincino a dispiegare i loro effetti una volta che l’economia sia forte abbastanza da poterle assorbire, ma inserire nella Costituzione il vincolo di pareggio del bilancio rappresenterebbe una scelta politica estremamente improvvida. Aggiungere ulteriori restrizioni, cosa che avverrebbe nel caso fosse approvato un emendamento sul pareggio del bilancio, quale un tetto rigido della spesa pubblica, non farebbe che peggiorare le cose.
    1. Un emendamento sul pareggio di bilancio avrebbe effetti perversi in caso di recessione. Nei momenti di difficoltà economica diminuisce il gettito fiscale e aumentano alcune spese tra cui i sussidi di disoccupazione. Questi ammortizzatori sociali fanno aumentare il deficit, ma limitano la contrazione del reddito disponibile e del potere di acquisto. Chiudere ogni anno il bilancio in pareggio aggraverebbe le eventuali recessioni.
    2. A differenza delle costituzioni di molti stati che consentono di ricorrere al credito per finanziare la spesa in conto capitale, il bilancio federale non prevede alcuna differenza tra investimenti e spesa corrente. Le aziende private e le famiglie ricorrono continuamente al credito per finanziare le loro spese. Un emendamento che introducesse il vincolo del pareggio di bilancio impedirebbe al governo federale di ricorrere al credito per finanziare il costo delle infrastrutture, dell’istruzione, della ricerca e sviluppo, della tutela dell’ambiente e di altri investimenti vitali per il futuro benessere della nazione.
    3. Un emendamento che introducesse il vincolo del pareggio di bilancio incoraggerebbe il Congresso ad approvare provvedimenti privi di copertura finanziaria delegando gli stati, gli enti locali e le aziende private trovare le risorse finanziarie al posto del governo federale. Inoltre favorirebbe dubbie manovre finanziarie (quali la vendita di terreni demaniali e di altri beni pubblici contabilizzando i ricavi come introiti destinati alla riduzione del deficit) e altri espedienti contabili. Le controversie derivanti dall’interpretazione del concetto di pareggio di bilancio finirebbero probabilmente dinanzi ai tribunali con il risultato di affidare alla magistratura il compito di decidere la politica economica. E altrettanto si verificherebbe in caso di controversie riguardanti il modo in cui rimettere in equilibrio un bilancio dissestato nei casi in cui il Congresso non disponesse dei voti necessari per approvare tagli dolorosi.
    4. Quasi sempre le proposte di introduzione per via costituzionale del vincolo di pareggio di bilancio prevedono delle scappatoie, ma in tempo di pace sono necessarie in entrambi i rami del Congresso maggioranze molto ampie per approvare un bilancio non in ordine o per innalzare il tetto del debito. Sono disposizioni che tendono a paralizzare l’attività dell’esecutivo.
    5. Un tetto di spesa, previsto da alcune delle proposte di emendamento, limiterebbe ulteriormente la capacità del Congresso di contrastare eventuali recessioni vuoi con gli ammortizzatori già previsti vuoi con apposite modifiche della politica in materia di bilancio. Anche nei periodi di espansione dell’economia, un tetto rigido di spesa potrebbe danneggiare la crescita economica perché gli incrementi degli investimenti ad elevata remunerazione – anche quelli interamente finanziati dall’aumento del gettito – sarebbero ritenuti incostituzionali se non controbilanciati da riduzioni della spesa di pari importo. Un tetto vincolante di spesa comporterebbe la necessità, in caso di spese di emergenza (per esempio in caso di disastri naturali), di tagliare altri capitoli del bilancio mettendo in pericolo il finanziamento dei programmi non di emergenza.
    6. Per pareggiare il bilancio non è necessario un emendamento costituzionale. Il bilancio non solo si chiuse in pareggio, ma fece registrare un avanzo e una riduzione del debito per quattro anni consecutivi dopo l’approvazione da parte del Congresso negli anni ’90 di alcuni provvedimenti che riducevano la crescita della spesa pubblica e incrementavano le entrate. Lo si fece con l’attuale Costituzione e senza modificarla e lo si può fare ancora. Nessun altro Paese importante ostacola la propria economia con il vincolo di pareggio di bilancio. Non c’è alcuna necessità di mettere al Paese una camicia di forza economica. Lasciamo che presidente e Congresso adottino le politiche monetarie, economiche e di bilancio idonee a far fronte ai bisogni e alle priorità, così come saggiamente previsto dai nostri padri costituenti.
    7. Nell’attuale fase dell’economia è pericoloso tentare di riportare il bilancio in pareggio troppo rapidamente. I grossi tagli di spesa e/o gli incrementi della pressione fiscale necessari per raggiungere questo scopo, danneggerebbero una ripresa già di per sé debole.
    KENNETH ARROW, premio Nobel per l’economia 1972
    PETER DIAMOND, premio Nobel per l’economia 2010
    WILLIAM SHARPE, premio Nobel per l’economia 1990
    CHARLES SCHULTZE, consigliere economico di J.F. Kennedy e Lindon Johnson, animatore della Great Society Agenda
    ALAN BLINDER, direttore del Centro per le ricerche economiche della Princeton University
    ERIC MASKIN, premio Nobel per l’economia 2007
    ROBERT SOLOW, premio Nobel per l’economia 1987
    LAA TYSON, ex direttrice del National Economic Council

  • francesco miglino |

    E’ NOSTRO DOVERE CONOSCERE I NOMI DEI DEVASTATORI DEL NOSTRO PAESE.
    PER CAPIRE IL DANNI PROCURATI ALL’ ITALIA DALLA INTRODUZIONE NELLA COSTITUZIONE DELLA PARITA’ DI BILANCIO.
    UN DOCUMENTO DIRETTO AD OBAMA SU CUI ERA FONDAMENTALE DIBATTERE PER DIFENDERE IL NOSTRO AVVENIRE E’ STATO VOLUTAMENTE IGNORATO DAI GIORNALISTI AFFILIATI ALLE TESTATE A PARTECIPAZIONE BANCARIA.
    I PREMI NOBEL PER L’ ECONOMIA SCRIVONO AL PRESIDENTE OBAMA SCONGIURANDOLO DI NON INSERIRE NELLA COSTITUZIONE DEGLI STATI UNITI IL VINCOLO IN MATERIA DI PAREGGIO DEL BILANCIO.
    NEL NOSTRO PAESE IN FORTE FASE RECESSIVA, INVECE DI SOTTOPORRE AD UN REFERENDUM POPOLARE LA MODIFICA DELL’ ARTICOLO 81 DELLA COSTITUZIONE, SENATORI E DEPUTATI ITALIANI IN CARICA, ESCLUSI ALCUNI ASTENUTI, INVECE DI DIFENDERCI CHIEDENDO INVESTIMENTI PER RILANCIARE L’ ECONOMIA, INSERISCONO IL PAREGGIO DI BILANCIO NELLA COSTITUZIONE IN OSSEQUIO ALLE DIRETTIVE DELLA GRANDE FINANZA CHE SPECULA SUI NOSTRI CONTI E RENDE’ AMARA ED INSOPPORTABILE LA VITA DI TUTTI NOI.
    LETTERA INVIATA DAI PREMI NOBEL AL PRESIDENTE U.S.A.
    Cari presidente Obama, presidente Boehner, capogruppo della minoranza Pelosi, capogruppo della maggioranza Reid, capogruppo della minoranza al Senato McConnell, noi sottoscritti economisti sollecitiamo che venga respinta qualunque proposta volta ad emendare la Costituzione degli Stati Uniti inserendo un vincolo in materia di pareggio del bilancio. Vero è che il Paese è alle prese con gravi problemi sul fronte dei conti pubblici, problemi che vanno affrontati con misure che comincino a dispiegare i loro effetti una volta che l’economia sia forte abbastanza da poterle assorbire, ma inserire nella Costituzione il vincolo di pareggio del bilancio rappresenterebbe una scelta politica estremamente improvvida. Aggiungere ulteriori restrizioni, cosa che avverrebbe nel caso fosse approvato un emendamento sul pareggio del bilancio, quale un tetto rigido della spesa pubblica, non farebbe che peggiorare le cose.
    1. Un emendamento sul pareggio di bilancio avrebbe effetti perversi in caso di recessione. Nei momenti di difficoltà economica diminuisce il gettito fiscale e aumentano alcune spese tra cui i sussidi di disoccupazione. Questi ammortizzatori sociali fanno aumentare il deficit, ma limitano la contrazione del reddito disponibile e del potere di acquisto. Chiudere ogni anno il bilancio in pareggio aggraverebbe le eventuali recessioni.
    2. A differenza delle costituzioni di molti stati che consentono di ricorrere al credito per finanziare la spesa in conto capitale, il bilancio federale non prevede alcuna differenza tra investimenti e spesa corrente. Le aziende private e le famiglie ricorrono continuamente al credito per finanziare le loro spese. Un emendamento che introducesse il vincolo del pareggio di bilancio impedirebbe al governo federale di ricorrere al credito per finanziare il costo delle infrastrutture, dell’istruzione, della ricerca e sviluppo, della tutela dell’ambiente e di altri investimenti vitali per il futuro benessere della nazione.
    3. Un emendamento che introducesse il vincolo del pareggio di bilancio incoraggerebbe il Congresso ad approvare provvedimenti privi di copertura finanziaria delegando gli stati, gli enti locali e le aziende private trovare le risorse finanziarie al posto del governo federale. Inoltre favorirebbe dubbie manovre finanziarie (quali la vendita di terreni demaniali e di altri beni pubblici contabilizzando i ricavi come introiti destinati alla riduzione del deficit) e altri espedienti contabili. Le controversie derivanti dall’interpretazione del concetto di pareggio di bilancio finirebbero probabilmente dinanzi ai tribunali con il risultato di affidare alla magistratura il compito di decidere la politica economica. E altrettanto si verificherebbe in caso di controversie riguardanti il modo in cui rimettere in equilibrio un bilancio dissestato nei casi in cui il Congresso non disponesse dei voti necessari per approvare tagli dolorosi.
    4. Quasi sempre le proposte di introduzione per via costituzionale del vincolo di pareggio di bilancio prevedono delle scappatoie, ma in tempo di pace sono necessarie in entrambi i rami del Congresso maggioranze molto ampie per approvare un bilancio non in ordine o per innalzare il tetto del debito. Sono disposizioni che tendono a paralizzare l’attività dell’esecutivo.
    5. Un tetto di spesa, previsto da alcune delle proposte di emendamento, limiterebbe ulteriormente la capacità del Congresso di contrastare eventuali recessioni vuoi con gli ammortizzatori già previsti vuoi con apposite modifiche della politica in materia di bilancio. Anche nei periodi di espansione dell’economia, un tetto rigido di spesa potrebbe danneggiare la crescita economica perché gli incrementi degli investimenti ad elevata remunerazione – anche quelli interamente finanziati dall’aumento del gettito – sarebbero ritenuti incostituzionali se non controbilanciati da riduzioni della spesa di pari importo. Un tetto vincolante di spesa comporterebbe la necessità, in caso di spese di emergenza (per esempio in caso di disastri naturali), di tagliare altri capitoli del bilancio mettendo in pericolo il finanziamento dei programmi non di emergenza.
    6. Per pareggiare il bilancio non è necessario un emendamento costituzionale. Il bilancio non solo si chiuse in pareggio, ma fece registrare un avanzo e una riduzione del debito per quattro anni consecutivi dopo l’approvazione da parte del Congresso negli anni ’90 di alcuni provvedimenti che riducevano la crescita della spesa pubblica e incrementavano le entrate. Lo si fece con l’attuale Costituzione e senza modificarla e lo si può fare ancora. Nessun altro Paese importante ostacola la propria economia con il vincolo di pareggio di bilancio. Non c’è alcuna necessità di mettere al Paese una camicia di forza economica. Lasciamo che presidente e Congresso adottino le politiche monetarie, economiche e di bilancio idonee a far fronte ai bisogni e alle priorità, così come saggiamente previsto dai nostri padri costituenti.
    7. Nell’attuale fase dell’economia è pericoloso tentare di riportare il bilancio in pareggio troppo rapidamente. I grossi tagli di spesa e/o gli incrementi della pressione fiscale necessari per raggiungere questo scopo, danneggerebbero una ripresa già di per sé debole.
    KENNETH ARROW, premio Nobel per l’economia 1972
    PETER DIAMOND, premio Nobel per l’economia 2010
    WILLIAM SHARPE, premio Nobel per l’economia 1990
    CHARLES SCHULTZE, consigliere economico di J.F. Kennedy e Lindon Johnson, animatore della Great Society Agenda
    ALAN BLINDER, direttore del Centro per le ricerche economiche della Princeton University
    ERIC MASKIN, premio Nobel per l’economia 2007
    ROBERT SOLOW, premio Nobel per l’economia 1987
    LAA TYSON, ex direttrice del National Economic Counc

  • francesco miglino |

    LE DITTATURE SONO SEMPRE PRECEDUTE DAL POTERE INTIMIDATORIO DELLE “RONDE”
    LE CAMICIE BRUNE E LE CAMICIE NERE ALL’ INIZIO ERANO “RONDE”
    TUTTE LE PIU’ BRUTALI DITTATURE HANNO AVUTO INIZIO QUANDO ALCUNI CITTADINI, SENZA IL RICONOSCIMENTO DELLO STATO DI DIRITTO, HANNO ACQUISITO IL POTERE INTIMIDATORIO SU ALTRI CITTADINI IN NOME DELL’ ORDINE O DI PRESUNTI SOSPETTI IN OBBEDIENZA A PROGETTI AUTORITARI DI GRUPPI DI POTERE O PARTITI.
    IL RICONOSCIMENTO DELLE “RONDE” IN ITALIA APRE LA VIA AL CONTROLLO AUTORITARIO SULLA SOCIETA’ E ALLA PERSECUZIONE DI COLORO CHE AVVERSANO IL REGIME.
    FRANCESCO MIGLINO segretario del partito internettiano
    http://www.partitointernettiano.itpartitointernettiano@gmail.com

  • francesco miglino |

    1.francesco miglino Ottobre 31, 2008 23:12 :
    Con il trattamento a freddo con gli impianti del CRN THOR,
    i napoletani dalle 1200 tonnellate di propri rifiuti giornalieri, avrebbero potuto avere
    ben 720 tonnellate pari a 720.000 litri di carburante al giorno
    – recuperare 72 tonnellate di vetro, 24 tonnellate di materiali ferrosi e non ferrosi
    – un alto potere calorifico dei prodotti secchi: (>5000 Kcal/kg) ;
    – una minima quantità di rifiuti prodotti dal trattamento (< 1%) ;
    – la riduzione del contenuto d’ acqua sotto il 5% a partire dal 35% ;
    – un abbattimento del cloro sotto allo 0,5% a partire dal 35% ;
    – l’ abbattimento dello zolfo sotto lo 0,2 % partendo dal 3% ;
    – le ceneri volanti (fly ash) e le ceneri pesanti (bottom ash) sarebbero state sottoposte ad un processo di modificazione cristallochimica, frantumate ed immesse in vasche di maturazione di 60-80° in presenza di soluzioni alcaline; in queste condizioni dalle frazioni vetrose si sarebbero sviluppate fasi minerali altamente utili, quali i zeoliti; le scorie diventate così pozzolane sintetiche, sarebbero state vendute per essere utilizzate come materiale base nella preparazione delle malte pozzolaniche per l’ industria edile;
    – le scorie, non più pericolose, a differenza delle scorie da CDR, avrebbero abbassato i costi di due terzi a vantaggio della comunità Campana
    Invece è stata scelta l’apertura delle cave gettando nella disperazione intere Comunità che subiranno gravi danni alla salute, ed invece di trarre dalla spazzatura le ricchezze sopra descritte,sono state spese ingenti somme del nostro denaro.
    Il Popolo napoletano e Campano a suo tempo ha partecipato con molta attenzione e civiltà alla raccolta differenziata ed i Comuni consegnavano puntualmente i relativi sacchetti multicolori. Poi un gruppo di criminali ha avuto interesse che la raccolta non fosse più differenziata ed ha fatto sapere ai Cittadini che differenziare i rifiuti era una sonora presa in giro perchè i rifiuti venivano gettati nelle discarche e mischiati.
    L’ agghiacciante silenzio degli Amministratori locali sull’ avanzare del degrado igienico, ha scritto una delle più squallide e allucinanti pagine sulla violenza di cui sono capaci i pubblici amministratori verso i propri elettori indifesi.
    Il paziente e tollerante Popolo napoletano e campano ha subito e subisce un autentico martirio dettagliatamente annotato nella capiente memoria della RETE . I carnefici dovranno rispondere, a stretto giro di tempo, al giudizio ed all’ ira del Popolo internettiano
    Scrivi

  • francesco miglino |

    1.francesco miglino Ottobre 31, 2008 23:12 :
    Con il trattamento a freddo con gli impianti del CRN THOR,
    i napoletani dalle 1200 tonnellate di propri rifiuti giornalieri, avrebbero potuto avere
    ben 720 tonnellate pari a 720.000 litri di carburante al giorno
    – recuperare 72 tonnellate di vetro, 24 tonnellate di materiali ferrosi e non ferrosi
    – un alto potere calorifico dei prodotti secchi: (>5000 Kcal/kg) ;
    – una minima quantità di rifiuti prodotti dal trattamento (< 1%) ;
    – la riduzione del contenuto d’ acqua sotto il 5% a partire dal 35% ;
    – un abbattimento del cloro sotto allo 0,5% a partire dal 35% ;
    – l’ abbattimento dello zolfo sotto lo 0,2 % partendo dal 3% ;
    – le ceneri volanti (fly ash) e le ceneri pesanti (bottom ash) sarebbero state sottoposte ad un processo di modificazione cristallochimica, frantumate ed immesse in vasche di maturazione di 60-80° in presenza di soluzioni alcaline; in queste condizioni dalle frazioni vetrose si sarebbero sviluppate fasi minerali altamente utili, quali i zeoliti; le scorie diventate così pozzolane sintetiche, sarebbero state vendute per essere utilizzate come materiale base nella preparazione delle malte pozzolaniche per l’ industria edile;
    – le scorie, non più pericolose, a differenza delle scorie da CDR, avrebbero abbassato i costi di due terzi a vantaggio della comunità Campana
    Invece è stata scelta l’apertura delle cave gettando nella disperazione intere Comunità che subiranno gravi danni alla salute, ed invece di trarre dalla spazzatura le ricchezze sopra descritte,sono state spese ingenti somme del nostro denaro.
    Il Popolo napoletano e Campano a suo tempo ha partecipato con molta attenzione e civiltà alla raccolta differenziata ed i Comuni consegnavano puntualmente i relativi sacchetti multicolori. Poi un gruppo di criminali ha avuto interesse che la raccolta non fosse più differenziata ed ha fatto sapere ai Cittadini che differenziare i rifiuti era una sonora presa in giro perchè i rifiuti venivano gettati nelle discarche e mischiati.
    L’ agghiacciante silenzio degli Amministratori locali sull’ avanzare del degrado igienico, ha scritto una delle più squallide e allucinanti pagine sulla violenza di cui sono capaci i pubblici amministratori verso i propri elettori indifesi.
    Il paziente e tollerante Popolo napoletano e campano ha subito e subisce un autentico martirio dettagliatamente annotato nella capiente memoria della RETE . I carnefici dovranno rispondere, a stretto giro di tempo, al giudizio ed all’ ira del Popolo internettiano
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