Domenica scorsa avevo un appuntamento a cena con un’amica. Perché volevamo chiacchierare, e perché eravamo in tanti, a Pasqua, a Milano. Si voleva semplicemente cenare e dirsi le solite due o tre cose.
Ebbene, alle sette e mezza ci siamo sentite al telefono e la mia amica mi ha detto che aveva fatto il giro dei ristoranti, telefonando e passandoci anche davanti, e non aveva trovato nulla di aperto. Che strano, ho pensato. Vuoi vedere che è la sfortuna…
A quel punto, in linea sul cellulare, siamo andate, ciascuna da casa propria, a cercare su internet i numeri di telefono di tutti i ristoranti che conosciamo. Abbiamo chiamato dal fisso una quantità di posti: La Premiata Pizzeria, L’Osteria dell’Operetta, Il Senatore, Lo Smeraldino, il Radezky, L’Osteria dei Binari, l’Hotel Diana, il Four Season (quello sarebbe stato troppo molto caro!), Il Vecchio Porco, Corso Como 10, Da Rita e Antonio, La Carbonaia, Rosa e Gabriele, Boccondivino, La Brisa, la Trattoria Milanese…
Abbiamo cercato tantissimi posti, più di una ventina. Nessuno aperto.
Alla fine abbiamo cenato al telefono, ciascuna a casa sua, e ci siam dette che Milano è una città assurda. O forse, semplicemente, assurdi sono i ristoratori che se ne fregan di noialtre…