… tanto vagheggiata e studiata da Paolo. Questo desiderio – scriveva Moravia nel terzo capitolo de "La Provinciale" – era furioso, di gran lunga più forte che quello dei sensi in lei ancora timidi ed assopiti, e prendeva talvolta la forma di una specie di ossessione. Le avveniva c0sì, la sera, di pregare in ginocchio per la riuscita dei suoi piani… (ovvero, il matrimonio con Paolo!)
Ascoltando l’audiolibro di Alberto Moravia (potete sentire il brano in causa, sperando che Il Narratore non si arrabbi che l’ho messo online) pensavo alla puntata di Anno Zero dello scorso giovedì. In cui la benemerita, e per carità onorabilissima Franca Rame, parlava di aborto anche in termini di scelta rispetto alla capacità dell’uomo (marito o compagno) di mantenere moglie (o compagna) e figlio.
Come se dal ’68, dagli anni Settanta ad oggi non fosse successo niente. Come se il mondo non fosse pieno di donne che si mantengono da sole… Ecco. In questo senso "La provinciale" di Moravia è quanto di più lontano dalla mia sensibilità, e di vicino a come ho sentito la scorsa sera Franca Rame. Mi spiace soltanto che alla tivù, in quei pochi programmi intelligenti, non si cominci a rappresentare le scelte delle donne in modo un pochetto più complesso, articolato, contemporaneo.