Faceva il copywriter, poi l’autore televisivo, poi lo scrittore. Adesso ci si ripresenta come regista, Federico Moccia. Un autore trasversale, capace di parlare ai ragazzi (e le ragazze) con semplicità. Magari con storie un pop banali, certo. Epperò il suo pubblico già enorme aumenta, e aumenta, e aumenta a dismisura. A dispetto dei detrattori, e degli intellettuali, che lo malgiudicano e non vorrebbero più lucchetti a Ponte Milvio.
E’ un creativo del nostro tempo, Federico Moccia. Fa il suo lavoro, e lo fa bene. Senza troppi grilli per la testa, o pretese di insegnare, con disciplina scrive e pensa prodotti commerciali.
Ne parlavo oggi con Francesco Apolloni, che sta arrivando a Milano per la presentazione del film con Raul Bova alla stampa. Alla fine – Scusa ma ti chiamo amore – siamo inseriti all’interno di un mercato. Se un uomo (o una donna) di marketing dovesse valutarlo per target, Moccia sarebbe un autore perfetto. Parla alla perfezione ai giovani che si vogliono "svagare" e "intrattenere": è chiaro che è stata una scelta di campo, e forse anche di mercato.
Poi magari Moccia crescerà, e avrà voglia di fare qualcosa di diverso. E allora sarà difficile. Perché siamo tutti costretti nel piccolo ruolo che ci siamo ritagliati addosso. E quella dell’autore "per giovani", purtroppo, è un’etichetta dura a spiccicarsi.
In bocca al lupo a Moccia, quindi, per il suo film, e a Rita Rusic che l’ha prodotto. E’ chiaro che sarà un successo. E in bocca al lupo a Moccia anche se vorrà cambiare genere. Gli auguriamo che riesca nel miracolo, in modo da aprire la strada – e la testa – a tanti altri. Come lui. E un pò anche come noi.