Guerriglia marketing: Liberasi Vodafone Casa

Invece di affittasi, o vendesi, in Via Procaccini, a Milano, appiccicati ai portoni, con lo stessa grafica degli annunci immobiliari, campeggiano manifesti rossi che portano la scritta "Liberasi" situata al posto del "Vendesi".

Me ne sono staccato uno giusto per non passare per folle visionaria (vedete l’immagine scansita qui di seguito all’articolo). E, consapevole del gioco che proprio questi signori della pubblicità fanno, per farsi notare, magari da un passante come me, che poi ne parla ad altri – magari amici, magari blogger, magari lettori – mi permetto qualche commento a caldo.

Mi è piaciuta l’iniziativa? Boh.
Ho notato la pubblicità? Sì.
Cambierò tariffa telefonica? Mai, troppo sbattimento.
Vodafone mi è più simpatica adesso? Non saprei.

Perché? Perché se da una parte ha inaugurato una strategia "ggiòvane", e finalmente, in questo frangente almeno, ha lasciato i testimonial "aò" alla televisione, ha contribuito al mio disagio (come mio credo anche di altri passanti) crescente nei confronti dell’inquinamento visivo.

Possibile che, ovunque si vada, e ovunque si guardi, in ogni momento della giornata, ci sia qualcuno che ti vuol vendere qualcosa? In centro Milano è diventato quasi impossibile farsi i fatti propri, ormai. Si può solo camminar veloce, tenendo lo sguardo basso, per non essere intasati di richieste, dirette e indirette.
Ma non è giusto esser ridotti così.

Ora. Sui cartelli della Vodafone c’è scritto in piccolo, a fianco: "Per salvaguardare l’ambiente non gettate questo leaflet per terra. Usate gli appositi contenitori".

Mi vien facile dire: se proprio non volevate inquinarci, la vista, e la città, perché avete messo in giro tanta carta?

Liberasi_vodafone_casa

  • Cristina Tagliabue |

    Carissimo ikes, no non li ho visti. Hai un link?

  • ikesikesikes |

    io vorrei la mia città un po’ + simile a Sau Paulo do Brasil; nn so’ se mi spiego!
    avete visto ke belli gli scatti della cartellonistika ridotta a tetro reperto arkeologico urbano?

  • Alessandro |

    Oh, accidenti, certamente!!
    Male che vada, se credi, possiamo bookkare un meeting all’happy hour più cool della city e wrappiamo una bella discussion su questo topic che, a mio parere, potrebbe sicuramente diventare un top hit, tanto oramai come delineare un cluster che sia ricettivo al core message, capirai ….
    ti par possibile continuare così?!?!?! Il grande terrore è che una conversazione del genere sai benissimo che avviene… 🙂
    buona serata!!!

  • Cristina Tagliabue |

    🙂
    meno male… l’autoironia è LA soluzione, per tanti versi..

  • Alessandro |

    Buon giorno!!!
    Si, in effetti è una parolaccia!! 🙂
    Il clustering è più un “accorpare” potenziali target, accomunati da caratteristiche comuni, in un unico grande soggetto. Diciamo che, se il tuo target sono gli amanti della cultura, i tuoi cluster possono essere i lettori tecnologici, gli adoratori della scultura, i cultori del dipinto fiammingo etc etc…
    Se attacco un adv per una soluzione di comunicazione integrata per la casa, non ha uno spettacolare senso metterla giù a fianco di annunci per chi la casa ancora deve decidere di comprarla o affittarla, il target sono i possessori di casa, i cluster sono relativi alle diverse combinazioni d’uso delle comunicazioni.. in ogni caso, non mi pare corretto in toto come invece certe comunicazioni aggressive dovrebbero essere.. esagero??? Non credo, se si gioca un certo gioco, va giocato a perfezione, il minimo errore inficia il tutto!!
    Parolacce… son d’accordo!!!!

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