Per chi non crede al cinema…

participate_header_bott_3a_bw.jpg

… e ad Internet. Ecco un esemplare caso di film autoprodotto. Dopo Re-open 9/11, un documentario da scaricare gratis via internet e fatto con la partecipazione di tanto “volontari”, ecco Mustache’s business, un film in cui l’autore, per chiudere le riprese, chiede il finanziamento online alle persone. Dando in cambio visibilità (per quanto possibile).

Da vedere il “simpatico” trailer dell’iniziativa. Il film è divertente. Why don’t participate? Ma soprattutto, why it doesn’t happen in Italy?

  • MasterP |

    Secondo me non ci vogliono i superbudget per fare buoni film. Notte prima degli esami forse non è un capolavoro, ma è scritto bene e per questo sta spopolando. E’ costato 800mila euro e credo abbia abbontantemente superato i 7 milioni di incasso.

    Altri esempi recenti: Transamerica, Brokeback Mountain e lo stesso Crash è definito un film a basso costo.

  • Cristina |

    Ma perché i registi, in Italia, non credono a internet? Perché ci vogliono sempre super-budget per fare un film decoroso? Ma lo sai che Rossellini faceva un’ora di girato con soltanto 100 milioni, nel 1965???

    Non è pazzesco?

  • MasterP |

    “It doesn’t happen” semplicemente perchè non abbiamo un atteggiamento laico verso il denaro. Chiedere soldi per un’opera di carità va bene, chiederli per un’opera culturale (piccola o grande, bella o brutta che sia) ci crea sempre quel filo d’imbarazzo cattolico.

    Vuoi i miei soldi? Magari per fare altri soldi tu? Quel horreur!

    Se pensassimo che invece questo potrebbe essere l’inizio di un circolo virtuoso che rimette in moto energie creative ed economiche, scommetto che in giro ci sarebbero molti più film, cd e libri. A quel punto interviene la dura legge del mercato: se la gente ti compra sopravvivi, e altrimenti almeno ci hai provato.

    Su 1×100 vogliamo fare esattamente questo, istituendo la Banca delle Idee.

  Post Precedente
Post Successivo