PS. Il marchio Surreality® è registrato dall’autrice tv Cristiana Mastropietro, che ne ha fatto, lo scorso novembre, una splendita installazione al Testaccio Village (Roma)
La strategia per la crescita “kulturale”
Continua il viaggio all’interno del programma Unione. Il primo capitolo cultura è introduttivo, ma ci offre informazioni – e dichiarazioni d’intenti – utili. In primis – lo sapevamo già, ma è importante ribadirlo – negli ultimi 5 anni il Ministero per i beni culturali ha perso circa il 25% degli stanziamenti previsti per il 2001 (mica peanuts: 1/2 miliardo di Euro in meno). E l’Unione – come poteva essere se non così – si dichiara contraria a questi tagli.
Le azioni previste:
A – Distretto culturale. Si propone la creazione di un “distretto culturale” che governi Università, editoria, multimedialità, biblioteche e imprese artigiane. Sperando che non si tratti di un’ulteriore soggetto burocratico super-partes, passiamo oltre.
B – “Manifesto” dei creativi. Riporto papale papale, perché questa dichiarazione d’intenti, messa così, si potrebbe sposare in toto. “Reputiamo centrale e irrinunciabile un forte impegno pubblico – anche secondo quanto stabilito nel protocollo sulla diversità culturale dell’Unesco – al dovuto riconoscimento dei diritti degli autori e degli artisti, alla specificità di beni e servizi culturali che non devono essere trattati come semplici prodotti o merce di consumo.(…) Per fare questo dobbiamo introdurre gli strumenti finanziari, organizzativi e amministrativi necessari”. Seguono i punti programmatici per arrivare “al risultato”:
- Destinare l’8 per 1000 e una quota degli introiti delle estrazioni infrasettimanali del Lotto alla cultura, attribuendole al bilancio del Ministero. Commento: una società come Lottomatica fattura circa 8 miliardi di Euro l’anno. La frase del programma è un pò sibillina, ma stiamo parlando in ogni caso di cifre importanti. Bisognerà vedere quanto, come e se saranno spesi, perché già oggi una parte degli introiti di Lottomatica (e in pochi lo sanno) sono destinati al patrimonio artistico italiano. Quindi, più che altro occorre capire la differenza con il passato… E i criteri per l’impiego di fondi.
- Regolare le attività della società Arcus, stabilizzando (parole testuali!!) la destinazione per essa del 5% dei fondi previsti per le infrastrutture e regolamentando i criteri di nomina del suo C.d.a.
Commento: Arcus è un’altra di quelle società spuntate durante il Governo Berlusconi (2004). La sua missione – cito sempre testualmente – sarebbe lo sviluppo dell?arte, della cultura e dello spettacolo. Il compito è sostenere in modo innovativo progetti importanti e ambiziosi concernenti il mondo della cultura, anche nelle sue possibili interrelazioni con le infrastrutture strategiche del Paese. Mina direbbe “parole parole parole”. Noi ci limitiamo a dire che sembra uno di quei progetti “nati strani”. Il capitale (i soldi) è del Ministero dell?Economia, ma la sua “operatività” deriva dal programma di indirizzo del Ministero per i Beni le Attività Culturali e dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. Arcus, quindi, è la risultante di tre Ministeri che si “dovrebbero” mettere d’accordo. Lascio a voi i commenti… - Prevedere la destinazione alla produzione di spettacolo e di cinema – principali fornitori di contenuto per tv, providers e tlc – una quota degli introiti delle transazioni pubblicitarie delle tv.
Commento: idea ottima. Ci aveva già pensato il gruppo Uno per Cento ed è un tema da approfondire, perché, anche qui, senza sapere quanta percentuale si vuole destinare alla produzione, potrebbe trattarsi anche di 10 milioni di Euro in tutto…
C – Le urgenze.
- Ristabilire il bilancio complessivo del Ministero ai livelli del 2001
- Riportare gli stanziamenti del Fondo Unico dello Spettacolo ai livelli del 2001
- Stabilire l’obiettivo dell’1% del PIL di risorse pubbliche alla cultura del lungo periodo
- Aiutare la cultura con incentivi fiscali e scudo fiscale
- Sostenere la domanda di prodotti culturali
- Tutelare il diritto d’autore soprattutto in rapporto all’innovazione tecnologica
- Regolamentare il mercato del lavoro
- Istituire un Osservatorio della Cultura
Commento: Elencate così, purtroppo, senza numeri e confronti con gli anni precedenti (tranne i primi due punti) risultano essere mere percentuali e ottimi intenti. Non capisco perché occorra ribadire dei concetti già noti – sappiamo tutti che bisogna aiutare, sostenere, tutelare, regolamentare la cultura – senza sostanzialmente spiegare come, quando, perché. L’istituzione di un’ulteriore società, poi, aumenta ancor di più la confusione che io, e che forse chi ha letto il programma, ha in testa. Non era sufficiente il Distretto, l’Arcus e via dicendo?
(l’articolo continua sui successivi punti del programma)