Unione: il programma cultura (1)

A costo di essere noiosa, propongo qui di seguito la mia personale opinione sul programma dell’Unione, sezione “Cultura”, dopo aver letto riga per riga, e meditato sulle conoscenze (mercato e artisti) che ho maturato con il mio lavoro giornalistico.

Premessa: al contrario di quanto avevo scritto, la lettura è un pò difficile in alcuni punti, è vero, ma nonostante tutto il senso delle iniziative è chiaro, e si capisce che un’idea per il rilancio della cultura nel nostro Paese c’è, ed è limpida. Il linguaggio ampolloso, insomma, nasconde talvolta anche le “buone cose”.

Ma veniamo al programma. Dopo una prima introduzione generica all’interno della quale però si citano già impegni per maggiori investimenti, si paventa la creazione di un “distretto culturale”. I capitoli successivi sono: spettacolo dal vivo, valorizzazione del patrimonio, cinema e audiovisivo, attività fisica (!). Queste dovrebbero essere le “macroaree” di intervento della politica nella “cultura” italiana.

1a osservazione: spero che la questione tv venga almeno affrontata in qualche altro capitolo del programma. E cioè. Spero che esista un paragrafo, da qualche parte, in cui la legge Gasparri, la questione Rai, il conflitto d’interessi, il controllo dei partiti sulle tv e il resto sia talmente importante da non essere inserito in “cultura” perché troppo “maestoso”, come tema.

2a osservazione: la cultura è fatta di mercati diversi. Perché l’Unione non ha citato il loro valore? Dopo tutto, non chiedevamo mica una trattazione economica, ma semplicemente: quanto vale la cultura italiana oggi? Provo a rispondere sommariamente sul valore (e non su cosa farci…)

  1. Musica: solo la musica leggera – dischi – vale c/a 300 mln di Euro/anno – dei concerti non ci è dato di sapere perché le aziende che operano nel settore non dichiarano ai giornalisti il fatturato -. Per il mercato musicale, in tutto, il fatturato è stato di 2,3 miliardi di euro nel 2005
  2. Cinema: c/a 1000 mln di Euro/anno
  3. Media: tv, radio, internet, il cui fatturato, più che altro, è dato dalla pubblicità (8,3 miliardi di Euro nel 2005)
  4. Editoria: libri e pubblicazioni: 3.760 milioni di Euro nel 2005. Poi ci sono le biblioteche, le associazioni…
  5. Arte: 33,14 mln di Euro solo gli italian sales all’estero di arte contemporanea – il nostro patrimonio artistico è inestimabile, ovviamente.
  6. Teatro: non è dato di sapere, non si trova neanche il sito dell’Eti

Visto che per lo più si parla di soldi da spendere per il rinnovamento, degli aiuti agli artisti, delle istituzioni da sistemare, perché non affrontare il discorso sistematicamente invece che fare un mix con patate all’interno di capitoli? Abbiamo forse paura di “mettere in ordine” la cultura?

(l’articolo continuerà…)

  • Anonimo |

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