Pittoresco l’articolo di Philippe Broussard, su L’express International, dedicato al “prof”. Oltre a definirlo, tramite la voce di Panebianco, come l’archetipo dello “catho de gauche” (la traduzione in italiano è la vecchia e ironica definizione del cattocomunista?), dall’inizio alla fine del pezzo spunta il tema dell’antitesi. Questo signore dell’Emilia Romagna è solo il “Professore” contro il “Cavaliere”? Secondo Broussard, Prodi ha ancora due mesi per convincere gli elettori di non essere semplicemente la “antithèse” del Presidente del Consiglio. E di poter rilanciare un paese in preda a un “profondo malessere”.
Ma come. Non lo conosciamo forse abbastanza bene, Prodi? In questi due mesi che cosa potrebbe fare di più? L’incasinatissimo centro sinistra italiano non mi sembra che con il suo tomo/programma di 281 pagine (scaricare per credere) abbia sortito l’interesse delle masse. Ancora una volta, un malloppo in politichese, incapace di arrivare ai cuori delle persone. Visto che neanche questa volta siamo stati “creativi”, e visto che continuiamo a riproporre noiosissimi temi, certo che Romano Prodi è l’antitesi.
Per ora, non gli chiediamo altro.
PS: La sezione del programma dedicata al rilancio della cultura, in generale, è purtroppo parecchio triste. L’impressione è che l’editoria, lo spettacolo e il cinema italiano siano dei vecchi soprammobili da rispolverare. A parte qualche confuso cenno al digitale, che è soprattutto inteso nella sua funzione archivistica, c’è poco da ridere per il live (bisogna rilanciare il balletto, pare) e per il cinema italiano. Seguiranno approfondimenti…