Ieri a Torino c’erano i no global. A manifestare per l’avvio delle Olimpiadi.
Mi chiedo, come si chiede Riotta sul Corriere, il perché.
Ha senso agitarsi contro il “media spectacle” dell’anno – è vero – ma pur sempre la manifestazione in cui il gioco – sano – è alla base della competizione e della scena? Perché nonostante tutto, anche se pieno di brand, advertising e cose del genere, le Olimpiadi rimangono il rito sportivo più antico del mondo… O no? E una delle poche manifestazioni “pulite” che abbiamo.
Inoltre, non mi sembra che i no global avessero qualcosa da dire in particolare? E allora, la prossima volta, forse sarebbe il caso che ci pensassero un attimo prima di cercare visibilità a tutti i costi. Tra l’altro, darebbero meno problemi al mio amico Alessandro Comoglio – il povero responsabile del percorso della torcia olimpica -. Che dopo tre mesi al freddo e al gelo in giro per l’Italia, si è pure beccato questo “difficile” casino… Di aver paura che tutto, all’ultimo momento, si fermasse..
E poi, cari no global, la visibilità, quando non si ha nulla da dire, non solo è inutile. Nuoce.