Teoria e pratica del giornalista antipatico, e del pezzo orfano

Mentre ero a Roma Alessandra mi ha fatto presente un discorso ripreso poi da Prima Comunicazione. Parla di giornalismo. Di chi siamo. Di cosa stiamo diventando con il nostro mestiere.
Il cut&paste era d'obbligo.

  «I giornalisti risultano sempre più antipatici, arroganti e superficiali. Il giornalista della carta stampata non esiste più» «Il lettore dobbiamo andarlo a cercare noi, con umiltà, utilizzando ogni canale, ogni network, ogni algoritmo a disposizione». 
«Non si può pensare di aver esaurito il proprio compito scrivendo, e bene, il proprio pezzo sulla carta e basta.  No, perché quel pezzo si trasforma, con la nostra firma, con il nostro marchio in un articolo geneticamente modificato che suscita interesse e discussione. ma, con la nostra firma, con il nostro marchio, in un articolo geneticamente modificato, che suscita interesse e discussione.
E se noi non lo seguiamo, partecipando a nostra volta, discutendo con il pubblico della rete, quel pezzo sarà un orfano editoriale che si rivolterà contro di noi o diventerà qualcos'altro, con la nostra firma o con il peso della nostra assenza».

Ferruccio de Bortoli