Le (r)esistenti dell’Aquila a Perugia.

Vi è capitato di leggere mai gli articoli di Luisa Pronzato? Curatrice ed inventora, forse così potremmo definirla, de La27Ora del Corriere della Sera (lo spazio dedicato al femminile plurale, non necessariamente e solamente ai rossetti), da anni lavora su L'Aquila ed il post-terremoto. Prima dalle colonne di Sette. Poi dalle colonne digitali di internet.

Oggi, da un mese a questa parte – il 6 aprile – si è cimentata, insieme alle giornaliste del Corriere… in Le (r)esistenti, che mi permetto di linkare e descrivere pur scrivendo dal sito de Il Sole 24 Ore (quotidiano quasi concorrente) perché opera collettiva al femminile in cui tante giornaliste si sono unite nel racconto. Da Maria Luisa Agnese ad Angela Frenda, a tutte le altre firme del giornale meneghino.

Ebbene. Che cos'è le (r)esistenti. Il progetto l'ha spiegato bene Pronzato. E' un documentario che racconta "le donne dell’Aquila rappresentano la capacità di fare rete, di stare in equilibrio tra impegno difficoltà e leggerezza, di essere presenti nella vita sociale, nonostante tutto". La stessa capacità di un anno di La27Ora, e la stessa capacità che sviluppano tante donne insieme, quando unite dall'energia vitale – e un po' di sopravvivenza – provano a creare qualcosa di sentitamente originale. Non caduto dall'alto. Non impartito da ordini.

Nel disordine e nello stato di necessità possono nascere grandi progetti. Dopo il ventennio berlusconiano il disastro dell'immagine femminile ha creato non solo associazionismo, ma una nuova, seria e reale rivisitazione del "sentirsi donne". Tra cui, appunto, il blog del Corriere.

Allo stesso modo, dopo il disastro dell'Aquila le sopravvissute – ho visto anche dei meravigliosi video autoprodotti, che trovate sullo storify della prima protagonista, Anna Lucia Bonanni – hanno ricominciato a vivere, e costruire.

Ventisette storie di donne riprese in video, e riprodotte in una mappa interattiva online, che si visita orizzontalmente, come un racconto, come un percorso in mezzo alle rovine, come una passeggiata tra i prati del digitale. Dovrebbero mostrarlo nelle scuole. Valorizzarlo in festival cinematografici. Farne un documentario seriale. Complimenti a tutte coloro che hanno preso parte all'iniziativa. Meravigliosa, da ripetere. E di lungimirante prospettiva.

Se n'è parlato peraltro al Festival Internazionale del Giornalismo di Perugia. Ieri. Insieme alla vicedirettrice più importante d'Italia. Barbara Stefanelli.