Le ventenni, i video e l’angolo spoglio della tivù

Marco Pratellesi, responsabile del Corriere.it, inaugura il convegno di Snack Culture (2) al Circuito Off di Venezia con un racconto decisamente efficace. Dice: “le mie due figlie, di 16 e di 20 anni, hanno abbandonato il divano davanti alla tivù. C’è stato un momento di passaggio al quale ho assistito, in cui l’angolo della tivù, da centro della casa che era, si è trasformato in un luogo spoglio, vuoto, il meno animato della casa.

E’ accaduto pochi anni fa. Perché? Perché la fruizione di internet sta crescendo, la sera. Lo vedo anche dai dati di fruizione del sito del Corriere della Sera: in 15 anni il cambiamento è stato impressionante. Una volta concentrazione di audience sulla rete era alla mattina, perché le persone lo utilizzavano al lavoro. Il picco è sempre stato alla mattina tra le 8 e le 12, mentre ora le cose stanno cambiando. La fruizione serale da casa sta crescendo moltissimo, e non è soltanto un trend italiano: in Europa il picco di audience ormai è per le 20.00, negli Stati Uniti le 22.00.

Due elementi, dunque, di riflessione, secondo Pratellesi: la funzione dei video su internet è diventata fondamentale, e i contenuti testuali meno. E poi la scomparsa del palinsesto: le nuove generazioni sono più refrattarie al concetto di seguire la proposta temporale di un canale, è meglio consumare video come snack. Se fossi un editore televisivo, dice il responsabile del Corriere.it, mi preoccuperei perché non avere più appuntamenti significa non poter più controllare le persone

E adesso qualche snack dato gentilmente snocciolatoci

Gli utenti: 

Nel 2000 il Corriere vendeva quasi 1 milione di copie e forse faceva 100.000 visitatori al giorno. Oggi, dopo 9 anni, il quotidiano di carta vende 500.000/600.000 copie al giorno mentre il sito conta 1.300.000 copie. I lettori online, cioè, sono di più di quelli della carta.

I contenuti a pagamento:

L’idea di Murdoch di vendere su internet non la sta seguendo nessuno. Nessuno ha mosso il primo passo, neanche il Ny Times dove Pratellesi è stato poche settimane fa non ci sta pensando affatto. E’ un modo vecchio di pensare a qualcosa di nuovo.

I cellulari:

Nel 2014 il 39% popolazione europea navigherà su cellulare.

Il tempo digitale:

Il tempo digitale, ovvero le cose che si fanno insieme grazie a internet e il computer (tipo scaricare video e al tempo stesso rispondere a email e sms) del 2011 sarà di 48 ore. Questo tempo digitale, in particolare, mi sembra una gran fregatura. Si lavora, in pratica, il doppio delle ore con lo stesso tempo impiegato. Ci si stanca un sacco di più, però. E poi, tutta questa velocità, ci farà davvero bene?

  • Rita |

    Sono molto interessanti questi dati e forse lasciano qualche speranza, visto che le TV le controllano in pochi mentre la rete no.
    grazie per i tuoi appunti e spunti da venezia … e da ogni dove

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