Meccanica quantistica, paleontologia e fisica, in poesia

Mi scrive Roberto Stefano Moro, che non so che mestiere faccia, inviandomi una poesia sull’evoluzione al femminile. Io non l’ho capita bene, ma poi lui dice che ne ha scritte anche altre, e che ce ne ha un sacco, soprattutto ispirate alla meccanica quantistica… Ahimé non so giudicare. Però, nel frattempo, mi/vi diverto..

Bipedismo esclusivo

La fame di mio figlio mi alzò in piedi
e le mammelle vizze come lo scroto di un vecchio.
Per cogliere il frutto dall’albero mi tirai su,
le zampe anteriori forzate a braccia
urlando dal mal di schiena.
Nella vastità dell’orizzonte dilatato,
percepisco una  Fune per le mie male cadute a Terra,
aggrappata e appesa ai fili dei miei pensieri.

La mia mente fu la Tua culla, Dio.

  • anna |

    questa immagine gira in me, incontrata sì ma di più è stato riceverla tra una foglia e l’altra. a me dice una lusinga, quanto sia il femminile, quanto la nostra identità sia in ostaggio, illude su un altrove umano, il femminile, che il parto sia stato sopravvalutato? avrei voluto dirti questo in modo più ruvido ma non riesco a passare ad altre parole, avrei bisogno della combustione, della pressione per dirti grazie per questo tuo pronti via ai blocchi della veemenza dei pensieri quando si pensa da soli

  • giovanna |

    parole forti sentite in profondità, cuore in subbuglio per ricordi di madri che hanno sofferto, grande poesia, bravo il poeta .
    aspettiamo altri messaggi.
    giovanna

  • santo |

    vai così che vai forte!
    S.

  • Gibì |

    Gli scritti di Roberto a volte non sono facili da capire, perlomeno non sono immediati. A volte spiazzano certi accostamenti, altre si resta disorientati dalla sequenza delle immagini, proprio come in un film (concordo con Lela) in cui il regista si diverta a lasciare a te il compito di arrivare da solo al senso ultimo dell’opera.
    In questa poesia ci si può immergere cerebralmente per cercare spunti filosofici, meditazioni religiose in senso lato e persino riferimenti scientifici ma, secondo me, vale la pena di restare alla sensazione che ti arriva subito alla pelle, cioè quella della immensa e riconoscente riverenza nei confronti del ruolo della Madre, descritta quasi solo nel suo essere animale e, per questo, tanto più intensa.
    Io ci vedo questo, sento la grandezza di un ruolo pur difficile ma essenziale per l’evoluzione di tutti, che Roberto sa onorare senza luoghi comuni ne’ cadute nel sentimentale o nel particolare. Grazie.
    Gibì

  • emanuela@delaforest.it |

    Alla fina ce l’ho fatta! Mi sfugge la meccanica quantistica ma rileggendo bene sarà l’oggetto di altre ( poesie).
    per il resto come sempre ( in verità due) i tuoi scritti sono
    ,oltre ad essere particolari , come dei video. Io vedo e sento quello che descrivi.
    Questo per me.
    grazie per farmi provare cose
    LELA

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