Caos Calmo: e chi l’ha visto il film? C’era Nanni Moretti.

Stamane proiezione per giornalisti di Caos Calmo. Un pienone incredibile, addetti ai lavori ovunque sparsi per il cinema Apollo, a Milano, e io che mi sono persa i primi cinque minuti  – ritardo, mea culpa -.

Sala buia, scena iniziale del salvataggio in mare della Isabella Ferrari non vista, mi siedo di fianco ad uno dei sommi critici cinematografici Gianni Canova, e osservo lo schermo in silenzio. Vedo Nanni Moretti, Nanni Moretti, Nanni Moretti. Ascolto: Nanni Moretti, Nanni Moretti, Nanni Moretti.

Mi sembra uno di quegli strani casi in cui il regista del film, seppur bravissimo, non si sente. Un pò schiacciato, forse, dalla storia di Sandro Veronesi, e dalla presenza dell’attore Moretti, Antonello Grimaldi non si tira indietro nella sfida, ma non lascia un’impronta forte. L’impronta, semmai, ce la regalano la nuova canzone di Ivano Fossati, scritta per l’occasione. Titola "L’amore trasparente". E poi "Pyramid Song" dei Radiohead, "Cigarettes and chocolate milk" di Rufus Wainwright, e "Your ex-lover is dead" degli Stars.

Il resto, è una bella storia, ma soprattutto, sono personaggi che girano intorno a Moretti. Nel film, si chiama Pietro, e fa il manager televisivo, ma poco importa. La Golino, sorella della moglie deceduta. La Ferrari, femme fatale sempre e comunque, adesso per gli intellettuali anche, Silvio Orlando, da sempre attore-feticcio di Nanni, che da direttore del personale non riesce a trovare strategie sensate per una fusione aziendale in atto, Kasja che faceva le pubblicità e che adesso col suo bel viso accompagna il cane tutti i giorni nel piccolo parco pubblico davanti alla scuola della figlia, dove Nanni si è fermato, per elaborare il lutto. Tutto e tutti girano intorno al protagonista Nanni-Pietro e alla sua solitudine, e incapacità di evolvere dopo la scomparsa della compagna.

Nanni, invece, gira intorno alla figlia.

Questo, se vogliamo, è il lato più bello, più tenero e più vero del film e della storia. E anche quello più  toccante. Come ne "La stanza del figlio", assistiamo ad un importante momento di passaggio, e di ricerca di una nuova identità dopo la tragedia. Anche la scena di sesso di cui tutti i giornalisti hanno parlato è lì a spiegarla, questa tragedia. Perché è una scena cruda, cattiva,  molesta. Quanto la violenza che ci viene fatta quando perdiamo una persona che ci è cara. Altro che gossip.

Il film mi è piaciuto, insomma. Anche se da appassionata ma disincantata Morettiana, ripeto: c’è solo lui.

PS: Curiosità per gli appassionati di marketing e di product placement. Allego una foto che racconta come si finanziano i film oggi. Me l’hanno mandata dalla Bmw.

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