Marketing alla cultura?

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Domani, a Palazzo Grassi, ore 18.30, in via Salasco 4, a Milano, Fabio Severino presenta il suo libro “Comunicare la cultura” (Edizioni Franco Angeli). Il dilemma: applicare il marketing ai “prodotti” culturali? E se sì, come? Posto che un’opera d’arte sia un prodotto, che abbia un target, e che abbia un brand (orrore!) ne parleremo insieme a Domenico Piraina, Direttore mostre Palazzo Reale – Severino Salvemini, Direttore CLEACC Università Bocconi Giovanni Soresi, Direttore marketing Piccolo Teatro di Milano e Valerio Pozzi, Coautore. Oltre che, evidentemente, con Fabio Severino.

PS: l’immagine della foto invece è di Antonio Riello. Un artista cult, che mi piace molto..

  • Alessandro |

    Concordo.

    Ne farebbe potenzialmente battuta da bar…

    Decisamente quindi, mi par di capire che, con il rispetto dovuto e l’intelligenza necessaria, si ammetta che, in fondo, non tutto è per tutti, che ci sono strati sociali differenti, che ci sono impianti culturali differenti.

    Temo che il dibattito si possa allargare decisamente, scavalcare l’arte, la cultura e dirigersi verso le istituzioni, i pilastri della formazione dell’essere umano.. certo è che se gli occhi sono abituati a guardare e non vedere, i soldi degli sponsor finiscono nel sifone.. visti i tuoi trascorsi “aziendali” sai di che cosa parlo! (tra l’altro, fui invitato come speaker ad una convention a Marrakesh.. temo che la Città Rossa non abbia lasciato grandi traccie negli astanti ..)

    Sarebbe occasione notevole poter condividere, chissà, al prossimo dibattito magari partecipo!!

    E, ovviamente, grazie per la gentilezza della tua risposta!

    Buona giornata

    Ale

  • Cristina |

    Caro Alessandro

    appena tornata dall’incontro che appunto ho moderato, mi ponevo la stessa domanda tua. in un momento in cui le aziende, con la comunicazione, stanno mercificando la cultura a loro vantaggio, e a loro immagine e somiglianza grazie alle sponsorizzazioni, è giusto divulgare a tutti? Il professore della Bocconi diceva assolutamente no. E tuttavia il direttore dei musei del comune di Milano diceva che oggi si spende più pubblicità per promuovere che per fare una mostra. E’ giusto? Secondo me no. Cultura è coltivare un certo tipo di pubblico, forse anche pensare al pubblico di domani. Ma mettere in bocca Calatrava a un Corona, per esempio, questo è sbagliato. Non saprebbe che farnese. Se non usarlo male..

  • Anonimo |

    Marketing alla cultura?

    […] May 31st, 2007 by 88days … someone’s trying to re-position “Culture” as an interesting product.. (Milan, today). Mind you, I had some spare time one eve, fiancee in standard delay mode, and “waisted” my hours browsing the Kandinsky exhibition at Palazzo Reale, in Milan.. wonderful way to detach from the (sometimes) ugliness of daily routine.. good luck you guys, in your endeavor during the Big Brother Age! […]

  • Alessandro |

    Cristina,

    al di là che può essere un male necessario, che si debba applicare “marketing” a cultura è triste… non sto dando una valutazione al tuo scritto o all’evento in sè, faccio una considerazione sul momento corrente, dove “cultura” è pillole informative via Google, dove “prodotto culturale” è una specie di sub-umano iper-abbronzato estorsore..

    Tu lo sai, si, che l’ambito di questa sera è carbonaro? Che è reazionario? Che, un qualsivoglia Dio ce ne scampi, potrebbe anche scatenare qualche concatenazione di pensieri intelligenti in qualche vuoto cranico???

    Attenzione, Cristina, giocare con la cultura è pericoloso, sei sicura che tutti siano pronti a capire la rivelazione? Che Sapere è Libertà? Siamo sicuri che la tua lingua sia comprensibile a quelli che per cultura intendono un video di un quindicenne ormonico che fa scemenze a scuola, postato su YouTube???

    … oddio, se ce l’ha un Corona qualsiasi, alla fine anche Botticelli o Calatrava avranno pur dignità di un loro pubblico…

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